Home Cronaca Arezzo, detenuto ai domiciliari chiede di tornare in carcere: ‘NON HO DA MANGIARE’

Arezzo, detenuto ai domiciliari chiede di tornare in carcere: ‘NON HO DA MANGIARE’

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Arezzo, detenuto ai domiciliari chiede di tornare in carcere: ‘NON HO DA MANGIARE’
Polizia di Stato

“Ad Arezzo, un detenuto di 33 anni nato a Napoli e residente a Foiano della Chiana, che stava scontando la pena agli arresti domiciliari, ha chiesto di tornare in carcere perché non aveva di che mangiare. Anche questo è un aspetto reale della crisi economica che ha colpito molti strati della popolazione e vasti settori della marginalità sociale, come detenuti ed ex detenuti”.

Lo rende noto il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), Donato Capece, raccontando un episodio avvenuto qualche giorno fa in Toscana.

“Il detenuto, in un orario in cui gli era permesso uscire da casa, è andato in carcere ed ha chiesto di essere rimesso in cella nell’istituto. “A casa non ho da mangiare”, ha detto agli Agenti di Polizia Penitenziaria stupiti dall’insolita richiesta. In detenzione nell’istituto di pena ha ovviamente diritto ai pasti e alla colazione e questo sarebbe stato il motivo per cui ha chiesto di essere riassociato in carcere. Il magistrato competente, immediatamente contattato dai poliziotti penitenziari di servizio, non ha però ravvisato motivi validi per una nuova carcerazione”.

“Quanto avvenuto ad Arezzo”, conclude Capece, “dimostra quali possono i reali e concreti problemi della marginalità sociale nella quale si trovano spesso i detenuti e dovrebbe far capire il perché spesso alcuni di loro, senza lavoro e senza aiuti sociali sul territorio, non recidono mai definitivamente i lacciuoli che li legano alla criminalità ed alla delinquenza. Non è e non può essere una giustificazione, ma è un dato oggettivo. Anche autorevoli esperti hanno accertato che dall’inizio della crisi economica e la conseguente crescita della disoccupazione i detenuti italiani sono aumentati con un ritmo molto più sostenuto rispetto a quello degli stranieri”.