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“Benessere, combattere abusivismo e concorrenza sleale”, Confartigianato si rivolge alle istituzioni e chiede tutele

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“Benessere, combattere abusivismo e concorrenza sleale”, Confartigianato si rivolge alle istituzioni e chiede tutele

“Benessere, c’è troppo abusivismo in giro, mentre i consumatori hanno bisogno di qualità.”

Questo il giudizio di Pierluigi Marzocchi, presidente della Confederazione benessere di Confartigianato Arezzo. “Quello del benessere – osserva Marzocchi – è uno dei settori che fa registrare una crescente attenzione dei consumatori alla conservazione della salute, al benessere e alla migliore qualità della vita anche attraverso la cura della persona. Le indagini di mercato, l’ultima è quella di GFK Eurisko- continua Marzocchi – fanno emergere un profilo di clientela che cura con particolare attenzione il proprio aspetto con una sana alimentazione, l’esercizio fisico e la frequentazione sistematica di centri estetici e saloni di acconciatura e che pone il rapporto di fiducia con il professionista al primo posto, seguito a ruota dai valori di professionalità ed esperienza.”

Ma la crisi ha accentuato anche la concorrenza sleale e c’è il rischio che una parte della clientela ceda alla tentazione di risparmiare a scapito della qualità del servizio. “Una tentazione – continua Marzocchi – a cui è bene non soggiacere perché si mette a rischio la salute e l’incolumità fisica.” L’abusivismo registra incrementi allarmanti. “La percentuale – prosegue il presidente della confederazione Benessere – arriva a sfiorare il 40%, con punte maggiormente elevate nelle grandi città.

Questo oltre a provocare ripercussioni sulla salute e sicurezza del consumatore, crea danni sia per le imprese del settore benessere sia per l’economia del Paese.” Per questo oltre a promuovere campagne informative Confartigianato si rivolge alle Istituzioni. “Chiediamo – conclude Marzocchi – di sostenere gli operatori regolari attraverso l’adeguamento delle normative di settore e dei regolamenti regionali e comunali, lo snellimento burocratico, la diminuzione della pressione fiscale, l’intensificazione dei controlli e l’applicazione delle sanzioni, l’organizzazione di campagne istituzionali di sensibilizzazione dell’utenza nei confronti dei gravi rischi derivanti da trattamenti effettuati da soggetti non qualificati, con applicazione di prodotti di dubbia qualità ed in locali privi dei prescritti requisiti di igiene e sicurezza”.