Home Nazionale Berlusconi: Cav scettico su ‘verdetto’, vogliono tapparmi la bocca

Berlusconi: Cav scettico su ‘verdetto’, vogliono tapparmi la bocca

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Roma, 9 apr. (Adnkronos) – Nessuno pensi di fare a meno di me. Mi vogliono far fuori, ci sono abituato, ma io non mollo. Silvio Berlusconi attendera’ ad Arcore l’esito dell’udienza del tribunale di Sorveglianza di Milano, che domani pomeriggio decidera’ sulla sua sorte processuale. Come gli hanno consigliato gli avvocati Niccolo’ Ghedini e Franco Coppi, non sara’ in aula davanti ai giudici cui ha chiesto di poter scontare in affidamento ai servizi sociali l’anno di pena per frode foscale nell’ambito del processo Mediaset. Il Cavaliere non intende arrendersi, ma il suo animo e’ contrastato, come sempre gli capita in questi casi. Nei momenti no, raccontano, e’ tentato dallo strappo nei confronti del governo Renzi, subodorando il peggio. Mi chiuderanno in una stanza con un bavaglio alla bocca o mi manderanno a pulire i cessi di Don Mazzi, avrebbe confidato a chi ha avuto modo di sentirlo in questi giorni. E proprio stamattina, con una nota diffusa per stoppare eventuali liste elettorali dei ‘cosentiniani’ di ‘Forza Campania’, l’ex premier e’ tornato a prendersela con le toghe rosse e il Pd: ”In questo delicato momento la sinistra, avvalendosi del suo braccio giudiziario, vuole impedire al leader di centro destra di condurre la campagna elettorale per le elezioni amministrative ed europee”. Quando, invece, non si fa prendere dall’amarezza, Berlusconi confida fino all’ultimo nel buon senso della magistratura e spera che la sua agibilita’ politica non venga penalizzata (l’ipotesi di lavorare presso una struttura per anziani disabili per alcuni giorni a settimana sarebbe lo scenario ideale per lui). Ad attendere il ‘verdetto’ a Villa San Martino, ci saranno i figli e la giovane compagna Francesca Pascale. Ci dovrebbe essere anche il medico personale Alberto Zangrillo, per i quotidiani controlli al ginocchio sinistro ancora infiammato. Faranno quadrato attorno al leader di Fi i piu’ stretti collaboratori come la senatrice Maria Rosaria Rossi e il consigliere politico, Giovanni Toti, che attacca: ”Il leader dei democratici e’ stato messo fuori per una decisione dei magistrati e non dagli elettori”.