Home Nazionale Brasile 2014: in Russia processo a Capello, “allenatore da boutique”

Brasile 2014: in Russia processo a Capello, “allenatore da boutique”

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Mosca, 30 giu. (Adnkronos) – Putin rimane intoccabile, ma il suo calcio no. Le critiche all’allenatore Fabio Capello investono, dopo l’eliminazione della squadra dai campionati del mondo in Brasile, l’intero sistema del calcio nazionale e sfiorano i vertici politici.
In una intervista all’Izvestia, l’ex calciatore e allenatore Sergei Juran denuncia “il vuoto” di emozioni in cui lo hanno lasciato le tre partite disputate dalla nazionale, la scarsa voglia di vincere della squadra, la sua mancanza di esperienza ma soprattutto, il contratto assicurato all’allenatore fino al 2018 prima ancora dell’inizio del campionato del mondo. Un contratto, dice chiaro e tondo, “non giustificato”. “Sarebbe stato necessario vedere come andava, e poi decidere. Ora ci ritroviamo con l’allenatore più pagato del mondo…è fantastico, in economia siamo sempre più avanti degli altri. Nessun risultato e l’allenatore che rimane al suo posto” aggiunge il fuoriclasse originario di Luhansk, in Ucraina.
Tutti i piaceri italiani, dalle auto sportive al calcio, hanno una cosa in comune, incalza sullo stesso registro e sempre sul quotidiano filo governativo, l’opinionista Mikhail Shahnazarov: “non sono a buon mercato”. “I nostri funzionari del calcio hanno deciso di acquistare un famoso allenatore in una boutique italiana convinti che un russo non sarebbe riuscito” a lavorare con la nostra squadra. Il problema non sono le qualifiche di Capello, tiene a precisare Shahanazarov (ricordando però che il connazionale Prandelli si è dimesso dopo la sconfitta). “I nostri funzionari ancora una volta si sono dimenticati della questione di compatibilità” e poi, dice, “ricordate quando esprimevano orgoglio perchè la nostra squadra non era fatta da legionari? (segue)