Home Attualità Calcio: Figc approva budget, perdita 10 mln dopo tagli Coni

Calcio: Figc approva budget, perdita 10 mln dopo tagli Coni

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Roma, 20 nov.(AdnKronos) – “Chiaramente il budget è passivo, ci attesteremo su una perdita di 10 milioni. Il buco in realtà è di 20 milioni, ma recuperiamo dalle cessioni che il Coni farà”. Lo ha detto il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, al termine del consiglio federale che ha approvato all’unanimità il budget 2014 e 2015. Il mondo del calcio ha subito un taglio dei contributi da parte del Coni di 25 milioni: “Abbiamo dato incarico al dg Michele Uva di semplificare procedure e razionalizzare i costi anche in omaggio a ciò che dice il governo. Se a ottobre ti vengono tolti 25 milioni di ricavi cosa deve fare l’amministratore? Questo è il tema dominante, il resto sono panzane. Questo perché noi siamo il calcio? Noi fatturiamo 6 miliardi all’anno per il Paese, non possiamo essere un pozzo di San Patrizio dove si mettono le mani e si tirano fuori soldi”, ha aggiunto Tavecchio al termine del consiglio federale.
“Tra l’altro -ha evidenziato- noto che non tutti i fondi prelevati al calcio sono andati alle altre federazioni. Noi con sacrifici immani riusciremo ad anticipare fondi che scadono nel 2015-2016, poi faremo discorsi molto semplici con la pregiudiziale che nel 2016 non può più essere così. Il presidente Malagò ha assicurato che nel 2016 inizieremo di nuovo una trattativa per riqualificare il contributo. Non possiamo permetterci di stare nei reparti del Coni con queste percentuali”.
Tavecchio, che oggi ha incontrato il professore Victor Uckmar, ha inoltre spiegato che “apriremo altre indagini per capire se l’utilizzo dei marchi delle scommesse sia legittimo e perché i possessori dei marchi non ottengono ristoro”. Sull’argomento è intervenuto anche Claudio Lotito, presidente della Lazio e consigliere federale con delega alle riforme: “Noi siamo stati attaccati per il contratto di Conte -ha fatto notare-, ma se Tavecchio non avesse trovato una soluzione con lo sponsor ora avremmo dovuto chiamarlo e dirgli che non siamo più pronti a far fronte agli impegni assunti”.