Home Nazionale Calderone, 36 mesi sia limite una volta per tutte a contratti a termine

Calderone, 36 mesi sia limite una volta per tutte a contratti a termine

0

Roma, 11 apr. (Labitalia) – “Il tetto dei 36 mesi ai contratti a termine deve essere un limite una volta per tutte. Dobbiamo evitare di fare di questo intervento un elemento di precarizzazione”. Così Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, e del Comitato unitario delle professioni, è intervenuta a un convegno alla Link Campus university a Roma, organizzato in collaborazione con la Fondazione Studi consulenti del lavoro, riferendosi al dl lavoro.
“Dal nostro punto di vista, il Jobs Act – continua Calderone con Labitalia – in quanto strumento di flessibilizzazione del mercato del lavoro, alla sua prima presentazione con il decreto che è stato recentemente approvato, ha sicuramente dei contenuti interessanti”.
“C’eravamo più volte espressi – spiega Calderone – sulla necessità di dare flessibilità al mercato del lavoro anche prendendo in considerazione il fatto che oggi la maggior parte dei rapporti di lavoro viene stipulata a termine. Quindi, intervenire sui contratti a termine è stata sicuramente una mossa positiva. In audizione alla Camera abbiamo sottolineato, però, il fatto che il provvedimento abbia un testo condivisibile, perlomeno nei suoi principi, ma porta comunque a dover fare degli interventi di natura tecnica per cercare di dare attuazione al provvedimento, onde evitare invece che delle lacune tecniche possano creare in seguito dei problemi in fase di applicazione”.
“Sul fronte dell’apprendistato, altra costola dell’articolo 34, abbiamo espresso – sottolinea Calderone – delle perplessità legate come sempre al ‘condominio’ imbarazzante tra Stato e Regioni su questo tema. Il tema della formazione è una delle priorità delle Regioni e non riusciamo a comprendere come il decreto possa risolvere questo dualismo”.
Un altro provvedimento del governo preoccupa i professionisti: “Siamo preoccupati per il bonus degli 80 euro alla fascia degli incapienti, laddove sappiamo che dovranno essere i datori di lavoro a farsi carico di anticipare le somme ai lavoratori, e quindi di fare un prestito allo Stato. Questo potrebbe avere dei riflessi negativi – aggiunge – a mio avviso su quella platea di soggetti, e penso soprattutto ai lavoratori a tempo parziale e part-time, in maggioranza giovani e donne”.
“Mi aspetto molto – conclude – dal disegno di legge delega che verrà formulato nei prossimi mesi. E credo che si debba ragionare su un nuovo sistema di servizi per il lavoro che siano davvero efficaci per l’accompagnamento dei giovani al lavoro”.