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Camera di Commercio su Banca Etruria

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La notizia dell’OPA presentata dalla Banca Popolare di Vicenza per l’acquisizione della quasi totalità del capitale sociale di Banca Etruria prefigura uno scenario che potrebbe avere conseguenze negative per il sistema imprenditoriale aretino, già duramente provato dalla crisi.

Con la sua eventuale scomparsa e con la perdita totale della sua autonomia di governance, è alto il rischio di seri contraccolpi all’operatività finanziaria delle nostre imprese, venendo meno un volano fondamentale per lo sviluppo e la crescita di un intero territorio.

La provincia di Arezzo ha avuto negli ultimi 60 anni un’evoluzione vertiginosa che l’ha condotta da un’economia prevalentemente agricola ad una realtà avanzata, ad impreditoria diffusa e fortemente orientata ai mercati internazionali.

Oggi Arezzo conta oltre 45.000 imprese, presentandosi fra le prime province d’Italia per intensità di attività economiche in rapporto alla popolazione. Nel territorio operano aziende leader in vari settori produttivi dall’oreficeria, alla moda, dall’agroalimentare al terziario avanzato. Questa dinamica evolutiva e questo patrimonio d’imprenditoria diffusa è stato reso possibile anche grazie alla presenza di Istituti di credito “di prossimità” tra cui anche Banca Etruria.

In particolare, decisivo è stato il ruolo dell’Istituto per il decollo e il consolidamento del distretto orafo, leader in Italia per numero di aziende e occupati.

Per questo settore Banca Etruria resta un vero e proprio punto di riferimento, indispensabile per ogni futuro percorso di crescita.

La Banca del territorio ha altresì consentito un dinamica crescita culturale alla nostra comunità, valorizzando il patrimonio storico e artistico e sostenendo tutte le innumerevoli iniziative di carattere sociale che hanno animato la nostra realtà.

Per tutti questi motivi la Camera di Commercio reputa indispensabile individuare soluzioni che non disperdano il forte legame che in oltre 130 anni, si è andato consolidando fra la Banca e il suo territorio.

La nostra preoccupazione accanto a quella degli altri Enti e delle Categorie economiche, non è una mera difesa di campanile ma esprime la consapevolezza che scelte sbagliate possano incidere pesantemente e in maniera irreversibile in un’economia già duramente provata.