Home Nazionale Camere commercio: Cgil-Cisl-Uil, no a tagli, sì a riorganizzazione

Camere commercio: Cgil-Cisl-Uil, no a tagli, sì a riorganizzazione

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Roma, 23 lug. (Labitalia) – “Oltre mille lavoratori delle Camere di commercio, di Unioncamere, delle Unioni regionali e delle aziende speciali di tutta Italia hanno partecipato oggi alla manifestazione nazionale di Roma indetta da Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl per chiedere al governo di abrogare la norma contenuta nel dl 90/2014 che stabilisce la riduzione del 50% del diritto camerale a carico delle imprese”. E’ quanto si legge in una nota congiunta dei sindacati.
“L’iniziativa, che prosegue il percorso di mobilitazione nei territori, vede -si legge- le federazioni di categoria parti attive a difesa di un sistema nevralgico per le imprese e per le economie locali composto da più di 100 Camere di commercio e sostenuto dalla professionalità di oltre 10.000 lavoratori, considerati anche quelli dell’indotto”.
“Cgil, Cisl e Uil, infatti, hanno messo in piazza -continuano i sindacati- non solo la protesta per fermare il rischio di smantellamento delle Camere, ma hanno inviato ancora una volta al Parlamento e al governo un messaggio forte: serve una riforma vera, fatta insieme ai lavoratori, che renda più forte e meno costoso il sistema di sostegno alle imprese e allo sviluppo”.
“Le proposte di riforma dei sindacati indicano -osserva- una forte discontinuità rispetto alla linea avanzata dal governo e limitata alla sola rimodulazione delle fonti di finanziamento: riordino delle funzioni, razionalizzazione e integrazione della presenza sul territorio, riorganizzazione del sistema delle aziende speciali, eliminazione di duplicazioni e sovrapposizioni, garanzia dei servizi alle imprese e dei livelli occupazionali”.
“Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl ringraziano i lavoratori -ricordano i sindacati- delle Camere di commercio per la straordinaria mobilitazione e rimarcano con forza l’impegno a percorrere ogni strada per cambiare i provvedimenti del governo (a partire dal decreto e dal ddl annunciato) e chiedere una riorganizzazione del sistema camerale con meno livelli, meno spese inutili e più valorizzazione delle competenze che servono allo sviluppo del Paese”.