Home Nazionale Cisl: in dl lavoro positive aperture su contratti a termine ma chiediamo miglioramenti

Cisl: in dl lavoro positive aperture su contratti a termine ma chiediamo miglioramenti

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Roma, 8 apr. (Labitalia) – “E’ positivo che il decreto sul lavoro valorizzi le forme di flessibilità ‘buone’, offrendo opportunità ad aziende e lavoratori nella auspicata fase di ripresa e rendendo questi strumenti maggiormente utilizzabili rispetto ad altre forme contrattuali meno tutelate. Il quadro però va completato con misure per contrastare l’area della precarietà vera delle false partite Iva e associazioni in partecipazione e dell’abuso delle co.co.pro. e co.co.co., senza negare l’esistenza di un’area maggioritaria di lavoro autonomo genuino, su cui si fonda parte dell’economia del nostro Paese, che invece va sostenuto e rispettato”. E’ quanto ha sostenuto il segretario confederale Cisl, Luigi Sbarra, nel corso dell’audizione presso la commissione lLvoro alla Camera sul decreto lavoro.
“Inoltre sul decreto chiediamo miglioramenti – sottolinea Sbarra – per fornire maggiori garanzie ai lavoratori coinvolti e per il funzionamento del mercato del lavoro. Sul contratto a termine, pur ritenendo opportuno che la funzione di contrastare gli abusi venga spostata dalla causale al limite quantitativo, un meccanismo meglio verificabile, riteniamo, tuttavia, che la percentuale massima del 20% non debba essere riferita ai soli contratti a termine e di somministrazione, ma debba rappresentare un limite complessivo a tutte le tipologie flessibili nella stessa azienda, e che sia ridotto il numero di possibili proroghe, ad evitare un eccesso di contratti di breve durata in successione. Vanno inoltre previsti incentivi alla stabilizzazione, nonché un indennizzo per il lavoratore che, alla fine del contratto, non venga confermato”.
“Quanto all’apprendistato – aggiunge – chiediamo che la semplificazione non si trasformi in un depotenziamento. E’ un errore eliminare la forma scritta del piano formativo e rendere facoltativa la formazione pubblica, scelte che peraltro non giustificherebbero gli sgravi contributivi esponendoci alle contestazioni dell’Ue. Meglio sarebbe semplificare le modalità di adempimento degli obblighi formativi, con la standardizzazione, da parte delle Regioni, della modulistica, dei tempi, delle modalità di frequenza e certificazione dei corsi. Inoltre, va mantenuta una percentuale di stabilizzazione, affidandone l’individuazione alla contrattazione collettiva. Infine, pur apprezzando il potenziamento dei contratti di solidarietà per le imprese sopra i 15 addetti, è urgentissimo il rifinanziamento di quelli utilizzabili dalle piccole imprese”.