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Codice Rosa, dibattito alla casa della salute di Ponte a Poppi

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POPPI – “Donne &…”, la serie di incontri dedicati alla salute e alle donne, venerdì 7 marzo alle ore 21,00 presso la Casa della Salute di Ponte a Poppi si occuperà di "Codice rosa: dalla violenza all'accoglienza".
L’evento è organizzato dalla Asl8 in collaborazione con il Rotary Casentino, e chiude la serie di incontri iniziati nel novembre scorso.
Al dibattito interverranno Ersilia Spena, sostituto Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Arezzo, Silvia Gatto, responsabile Codice Rosa, per la Asl8, Daniela Nocentini, Responsabile della gestione associata dei servizi sociali dell’Unione dei comuni del Casentino e Cecilia Gandolfo, medico di medicina generale. La serata sarà allietata dalla Filodrammatica Bibbienese.

Il Codice rosa, è uno specifico percorso dedicato alle donne, ma anche ai bambini, agli anziani e, più in generale, ai soggetti deboli, vittime di violenza. Nel 2013 in provincia di Arezzo sono stati presi in carico 144 casi riguardanti adulti, di cui 139 per maltrattamenti, e 2 per stalking casi. Per quanto riguarda i minori, 21 i casi presi in carico, suddivisi in 17 maltrattamenti e 4 sospetti abusi.

Numeri che non sono solo frutto di una contabilità statistica e che vanno letti ed analizzati con la massima attenzione. Molto spesso, infatti, i singoli episodi sono l’atto finale di violenze che, specie in ambito familiare ed amicale, si perpetuano da lungo tempo, con minacce e percosse, fino al ricorso spesso non più rinviabile, al più vicino pronto soccorso.

Il progetto, poggia su due punti di forza: la costituzione e la messa in rete di una task force interistituzionale composta da professionisti sanitari, forze dell’ordine e polizia giudiziaria; dall’altra, l’attivazione del servizio presso il pronto soccorso, struttura che spesso è in grado di “agganciare" la vittima delle violenze, anche se solitamente, vengono dichiarati eventi accidentali per mascherare le vere cause.

Per ognuno di questi casi – ad eccezione dei codici gialli e rossi che sono trattati nelle aree dedicate – le cure vengono prestate direttamente nell’ambulatorio del codice rosa, al riparo da sguardi indiscreti e nella massima riservatezza, realizzati ed individuati nell’area dei pronto soccorso. L’approccio dei componenti del gruppo che interviene per i codici rosa, punta in primo luogo a mettere a proprio agio il paziente, senza tralasciare gli aspetti relativi alla sicurezza, attraverso la tutela assicurata dagli agenti della polizia. Le procedure operative sono guidate da precisi protocolli: per la gestione delle cartelle cliniche, la raccolta di anamnesi, esami obiettivi, consulenze, eventuali raccolte di prove biologiche, fino alla eventuale documentazione fotografica che viene effettuata sulla base della gravità delle lesioni riportate dalla vittima e che viene poi consegnata alle forze dell'ordine a corredo della denuncia. In caso di necessità specialistiche, i consulenti (ginecologo, pediatra, chirurgo, psichiatra) intervengono direttamente presso l'ambulatorio del codice rosa, in modo da non creare ulteriori disagi al paziente con inutili spostamenti. Dopo le cure, la contestuale attivazione delle forze dell’ordine e della Procura, viene attivato il supporto territoriale, articolato in funzione delle specifiche necessità, in assistenza sociale, consultorio, associazioni di volontariato e supporto (pronto donna)”.