Home Attualità Economia Coldiretti Arezzo: il Piano paesaggistico regionale è inaccettabile

Coldiretti Arezzo: il Piano paesaggistico regionale è inaccettabile

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Marcelli: produrrà effetti devastanti sull’economia – con la perdita dei finanziamenti dei Psr e quindi di posti di lavoro – e sull’equilibrio del nostro territorio

“Il Piano Paesaggistico regionale  è da bocciare totalmente:  così come è strutturato è inaccettabile”. E’ questa la posizione di Coldiretti Arezzo sul Pit presentato dalla Regione, per il quale entro il 29 settembre prossimo sarà possibile presentare osservazioni e proposte di modifica.

Secondo Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Arezzo e Toscana , “il Piano mette i nostri territori in una campana di vetro inaccettabile, che produrrà effetti devastanti sull’economia e sullo stesso equilibrio del territorio”.

Lo stesso Marcelli segnala poi una contraddizione molto pesante: “il Piano Paesaggistico è in netta contraddizione con il nuovo Piano di Sviluppo Rurale: da un lato si mettono vincoli, dall’altro si sostengono gli investimenti. Il Pit li renderebbe vani, inutili ed inefficaci. Il rischio, in definitiva, è quello di non poter spendere, e quindi di non investire i finanziamenti di alcuni milioni di euro messi a disposizione dal Psr,  con gravi conseguenze su tutta la filiera agricola, ma anche sui settori produttivi vicini che, a caduta, rischiano di perdere occasioni di lavoro”. Insomma oltre al danno alle produzioni agricole, “questo Piano – sempre secondo il presidente Coldiretti – rischia di compromettere anche il bacino economico di riferimento e portare alla perdita di molti posti di lavoro”.

Dal punto di vista della filosofia di fondo, poi, il progetto regionale, sempre secondo Marcelli, non tiene conto che “l’azione e la presenza quotidiana dell’agricoltura hanno permesso a questa terra di diventare  eccellenza mondiale dal punto di vista della qualità agroalimentare, dell’offerta turistica e dell’immagine e per questo non possiamo condividere il presupposto culturale, né tanto meno la filosofia di fondo del Piano: per noi quel testo è da riscrivere. Non è una questione di osservazioni o di correzioni”.

Ovviamente vi è pieno rispetto –  conclude Marcelli – “per le opinioni e per il lavoro degli esperti che hanno redatto il Piano, ma non condividiamo in nessun modo l’impianto culturale alla base del lavoro presentato. Accettarlo, o semplicemente aggiustarlo, significherebbe negare il principio di libertà d’impresa che il Piano, se approvato, di fatto annullerà”.