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Confcommercio apre in provincia di arezzo l’osservatorio sui tributi

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Entra in funzione in provincia di Arezzo l’Osservatorio sui tributi. A vararlo è la Confcommercio, preoccupata dal vertiginoso aumento di tasse e imposte locali che sta gravando sulle imprese. L’obiettivo è aiutare gli imprenditori a verificare la correttezza di quanto richiesto dai Comuni, ma soprattutto analizzare – dati alla mano – l’incidenza della tassazione locale sui bilanci aziendali per sollecitare le Amministrazioni “calmierare” l’esazione rivedendo i parametri applicativi.

“Si tratta di aiutare le imprese a non chiudere”, sottolinea il direttore della Confcommercio Franco Marinoni, “solo per i rifiuti, l’aumento medio dell’imposta è di oltre il 300% rispetto all’anno passato, a fronte di incassi in discesa a causa della contrazione dei consumi. Di questo passo, le imprese saranno costrette a chiedere un prestito in banca per pagare i tributi. E se dovesse accadere, sarà chiaro che c’è qualcosa da rivedere nel sistema”.

“Se a livello nazionale in questo frangente si può fare poco, visto che il Governo accampa la scusa della crisi per aumentare l’imposizione fiscale continuando invece a non fare tagli alle spese, a livello locale abbiamo margini di trattativa più ampi perché a nessuna Amministrazione Comunale piace che le imprese del proprio territorio scompaiano. Sarebbe una perdita di occupazione e ricchezza subito tangibile nella sua drammaticità, che mette a rischio sviluppo e perfino coesione sociale”, chiarisce Marinoni. “Ecco perché con i dati raccolti attraverso l’Osservatorio Tributi andremo ad incontrare i Comuni per presentare la realtà dei fatti, i rischi connessi e le possibilità di cambiare le cose rivedendo i criteri applicativi delle varie imposte o creando agevolazioni”.

Il servizio sarà attivo dal 12 febbraio presso la sede Confcommercio di Arezzo, ogni mercoledì con orario 15.15-18.15. Poi, sarà disponibile anche nelle delegazioni territoriali. Gli operatori, su appuntamento al numero di telefono 0575 350755, potranno verificare la propria posizione portando con sé bollette e cartelle (anche degli anni precedenti per verificare gli aumenti), planimetrie degli immobili dove svolgono l’attività, ultimo bilancio aziendale e ogni altro dato possa fornire l’immagine dettagliata e completa della situazione. “I dati raccolti, Comune per Comune, ci serviranno a redigere un dossier per evidenziare le diseguaglianze e concordare con le Amministrazioni alcune soluzioni. Vorremmo che chi applica i tributi si rendesse conto di quanto e come influiscono sulle imprese”.

Secondo l’ufficio studi nazionale di Confcommercio, con l’introduzione della Iuc, l’Imposta Unica Comunale introdotta dalla legge di stabilità, che ingloba IMU (tassa sugli immobili), TASI (imposta sui servizi indivisibili dei Comuni) e TARI (tassa sui rifiuti), nel 2014 si registrerà un vero e proprio salasso per le imprese dei servizi e del terziario.

Sul fronte della Tari (la ‘vecchia’ tassa sui rifiuti Tares, che nel 2013 ha sostituito i regimi Tarsu, Tia 1 e Tia 2), dall'analisi delle maggiorazioni tariffarie effettuata su un campione di sei grandi regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia) emerge un incremento medio dei costi pari al 302%. Gli aumenti più salati per i negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante (+627%), discoteche (+568%), ristoranti e pizzerie (+548%). Incrementi ingiustificati, derivanti essenzialmente dall'adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta. C’è poi la questione dell’imposta sugli immobili, che ha portato a livelli esorbitanti l’Imu per alberghi e capannoni commerciali.

“Una penalizzazione troppo pesante per il sistema delle imprese, già messo duramente alla prova dalla congiuntura” conclude Marinoni, “la struttura dell'attuale sistema di prelievo va rivista al più presto, per i rifiuti come per altre voci, ridefinendo con maggiore puntualità coefficienti e voci di costo e distinguendo tra le diverse tipologie di utenza”.

Toscana – Incrementi derivanti dal passaggio da tassa a tariffa
Categorie economiche Incremento %
Campeggi, distributori carburanti 120%
Alberghi con ristorante 230%
Alberghi senza ristorante 140%
Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 110%
Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub 540%
Bar, caffè, pasticceria 320%
Mense, birrerie amburgherie 370%
Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 250%
Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 630%
Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta e altri beni durevoli 55%
Discoteche, night club 430%
INCREMENTO MEDIO 290%
Fonte: elaborazioni Confcommercio su dati tratti dai regolamenti tariffari comunali relativi ai capoluoghi di provincia.