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La consegna del Premio Città dell’Autobiografia a Gigi Proietti ha chiuso una bella edizione del Festival dell’Autobiografia

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La consegna del Premio Città dell’Autobiografia a Gigi Proietti ha chiuso una bella edizione del Festival dell’Autobiografia
Gigi Proietti - Anghiari

Il Festival dell’Autobiografia si è concluso domenica pomeriggio con la premiazione di Gigi Proietti dopo una tre giorni intensa e ricca di contenuti. A consegnare il Premio Città dell’Autobiografia 2014 a uno dei più grandi attori del panorama italiano e non solo il presidente della Libera Università dell’Autobiografia Stefania Bolletti e il sindaco di Anghiari Riccardo La Ferla. Proietti è stato accolto da un autentico bagno di folla ed ha allietato i presenti in una Piazza Mameli davvero gremita con un intervento molto interessante. Un’ora di dialogo durante il quale l’artista ha raccontato la propria storia partendo dall’infanzia e dall’inizio della sua carriera fino ad oggi passando per la nascita del Silvano Toti Globe Theatre e per le sue numerose esperienze vissute da attore, da regista e da artista a tutto tondo. Senza far mancare aneddoti, gag, spunti di riflessione e la promessa di continuare a scrivere e rileggere la sua storia.

Si è conclusa così la quarta edizione del Festival dell’Autobiografia. Dopo tre giornate intense che sono state vissute tra il teatro e le piazze, le strade, i tavolini dei bar di Anghiari.

Gigi Proietti - Anghiari
Gigi Proietti – Anghiari

Oltre settanta ospiti si sono alternati nei numerosi eventi. Tra loro si è alzato forte il messaggio di Don Luigi Ciotti che nell’intenso dialogo con Duccio Demetrio, fondatore con Saverio Tutino della Libera Università dell’Autobiografia, ha parlato del valore di una vita spesa nell’impegno per le storie “degli ultimi” e per le storie di vita che in pochi desiderano leggere, ma che tutti dovrebbero conoscere, perché, come ha ricordato  “Le cose nascono dalla vita, dalla strada, dal sapere che si possono fare cose nuove“. Per più di un’ora Don Luigi ha raccontato la sua storia, dall’infanzia agli incontri che lo hanno segnato passando per il lavoro e per la lotta portata avanti ogni giorno. Prima dai banchi di scuola e poi con la nascita del Gruppo Abele e di Libera. Un intervento appassionato e coinvolgente che è stato apprezzato ed applaudito dai molti presenti che venerdì hanno riempito platea e palchi del Teatro dei Ricomposti di Anghiari. Al centro di tutto il valore dei diritti e della legalità.

Dallo stesso palco il giorno dopo anche Caterina Chinnici ha parlato di legalità, del suo lavoro di giovane laureata a fianco di suo padre Rocco e dei giudici Borsellino e Falcone raccontando del loro affiatamento, dell’impegno comune, delle lotte e dell’importanza della cultura e dell’educazione alla legalità, avviata da suo padre nelle scuole siciliane. In un Teatro dei Ricomposti pieno, di fronte ad un pubblico che ha seguito ogni passo in silenzio prima di lasciarsi andare ad un lungo applauso. Caterina Chinnici si è avvicinata alla gente e poi ha scritto questo significativo messaggio su Facebook: “Grazie di cuore agli organizzatori del Festival dell’Autobiografia per la bella accoglienza e anche al pubblico presente nel Teatro di Anghiari per la calorosa ed affettuosa partecipazione al dibattito sul mio libro.”.

Durante il Festival dell’Autobiografia si sono incrociate tante storie e tante persone. Storie di lavoro, di giovani, di cura, di donne, di emancipazione, di poesia, di apprendimento, di esilio, di approdo, di musica, di parole, di comunità e di vita. Seduti ai tavolini dei bar, gustando un aperitivo, seduti in teatro o nelle piazze ed in tutti gli angoli più caratteristici di Anghiari. E poi di sera canzoni per raccontarsi nella bella cornice di Villa Gennaioli, messa a disposizione dalla Banca di Anghiari e Stia e splendidamente allestita dai ragazzi di Mea Revolutionae.

Non sono inoltre mancati i momenti di approfondimento in merito ad alcuni degli ambiti nei quali l’uso della scrittura di sé ha un potente valore educativo, formativo e di emancipazione: dal carcere, alle dipendenze, dalla medicina narrativa alla psichiatria, all’utilizzo del racconto di sé e della scrittura con persone anziane.

Momento particolarmente significativo è stato quello in cui, venerdì 12, i dieci giovani finalisti del Premio Città dell’Autobiografia – Sezione Studi e Ricerche – hanno raccontato ed esposto i propri lavori. A vincere sono stati il lavoro di Federica Arbuatti che ha approfondito la crisi economica del Nord-est attraverso le storie della gente e quello di Enzo Fragapane dal titolo “Terra matta: caso editoriale sincretico” , incentrato su uno dei testi più noti custoditi presso l’Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano, quello di Vincenzo Rabito.

Molte le connessioni e le collaborazioni, che l’organizzazione del Festival vuole sottolineare. Con il Teatro di Anghiari, con la Rete Teatrale Aretina, con Mea Revolutionae, con Effetto K e Kilowatt festival, con tutti i commercianti di Anghiari e con l’Associazione Pro Anghiari che hanno reso il Festival ancora più ricco. In un’edizione che è stata resa possibile grazie anche alla presenza dei molti volontari e che ha affermato ancora una volta la centralità nazionale di Anghiari quando si tratta di Autobiografia. Perché è da qui, dal cuore del borgo toscano che promuove il valore formativo della scrittura di sé, che l’Autobiografia parte per percorrere strade impensabili e poi ritorna, durante il Festival, per narrare il viaggio intrapreso.