Una nuova metodologia non invasiva per lo studio dei beni culturali, sviluppata dall’Istituto dei sistemi complessi del Cnr con le Università di Tor Vergata e Cracovia, rileva in modo oggettivo l’ossidazione del disegno, dovuta all’ambiente umido e chiuso in cui è stato conservato. Lo studio è pubblicato su Applied Physics Letters
“Per ovviare alle disomogeneità del sottile strato di foglio dell’Autoritratto, circa 220 micron, ossia 0.22 millimetri, con vuoti dovuti alla presenza di aria”, spiega Mauro Missori dell’Isc-Cnr, “i dati sperimentali, ottenuti mediante una tecnica spettroscopica basata su radiazioni non invasive di bassa intensità, sono stati analizzati sviluppando una specifica estensione del modello di trasferimento radiativo detto di Kubelka-Munk”.
Inoltre lo stesso approccio diagnostico sarà applicato ad altri disegni di Leonardo da Vinci e ad altri beni culturali per garantire una corretta conservazione e come supporto diagnostico per gli eventuali restauri.