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Crisi: crescono investimenti esteri, +9% nel 2013 in Paesi sviluppati

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Roma, 13 lug. – (Adnkronos) – Tornano a crescere gli investimenti esteri diretti e a beneficiarne sono soprattutto i paesi sviluppati. Anche l’Italia potrebbe sfruttare l’opportunità di cogliere flussi di capitali, a patto però di mettere in atto una serie di riforme e semplificazioni: nella burocrazia, nel regime contrattuale, nella giustizia civile, nella fiscalità. Una notizia confortante per l’economia mondiale che emerge da uno studio sul tema ‘L’Italia e l’attrazione degli investimenti esteri’ condotto dal Monte dei Paschi di Siena.
Il 2013 segna un netto recupero degli investimenti esteri, con un aumento del 9% rispetto al deludente 2012. I flussi raggiungono così la soglia di 1,45 trilioni di dollari americani. Dato ancora del 30% al di sotto dei livelli pre-crisi, ma tuttavia l’Unctad (United Nations Conference on Trade and Development) per il trienno 2014-2016 ha delle prospettive moderatamente positive.
A sostenere il trend positivo contribuisce l’elevato ammontare di cassa detenuto dalle multinazionali che, nel 2013, ha superato il 12% dell’attivo totale delle imprese appartenenti ai paesi sviluppati e il 9% di quelle dei paesi in via di sviluppo. In Europa gli afflussi degli investimenti esteri diretti in Europa sono cresciuti del 2,5% anno su anno, notevolmente al di sotto del +23% anno su anno dell’America del Nord. Guardando agli incrementi l’Italia fa meglio dell’Europa, ma è necessario affrontare con notevoli ritardi nell’intraprendere necessarie riforme per snellire il sistema.