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Csc: economia avanti piano, risalita lentissima

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Roma, 19 feb. (Labitalia) – "Avanti adagio, quasi ferma. La risalita dell'economia italiana verso una ripresa è lentissima ed è contrassegnata da scivoloni indietro anzichè dall'atteso graduale consolidamento". Cosi' Congiuntura flash del Centro studi di Confindustria fotofgrafa la situazione del Paese alla luce dei duri dati sulla produzione industriale e sull'occupazione che "ribadiscono come la risalita dalla profonda fossa scavata dalla recessione sia lentissima". A confermare una ripresa che sembra muoversi alla moviola è l'incremento del Pil nel IV trimestre 2013 dello 0,1%, rispetto al III trimestro che gli economisti di confindustria stimano "inferiore alle attese". Un dato, infatti, prosegue viale dell'Astronomia che conferma l'estrema debolezza della risalita". E' nullo, dunque il trascinamento sul 2014. D'altra parte, dicono ancora dal Csc, "lo scoramento è facilmente alimentato dall'incertezza di un'alta disoccupazione mentre l'attività produttiva è di fatto schiacciata da una ristrettezza del credito e da una debolezza della domanda interna". Il che porta ad accumulare ancora perdita di competitività su perdita di competitività. Per questo, sollecitano gli economisti di viale dell'Astronomia "è urgente agire per evitare ulteriori danni al sistema perchè è evidente che non è piu' sufficiente il miglioramento del contesto internazionale". Cosi' come, proseguono, "una mano potrà venire dal maggior vigore che va acquistando l'eurozona".E ritornando all'Italia il Csc segnala come "il calo degli occupati non si sia ancora esaurito: meno 67mila unità nel IV trimestre 2013 pari ad una nuova caduta dello 0,3%". E anche le attese delle imprese per i primi tre mesi 2014 restano per Confindustria negative "e fanno prevedere che la diminuzione proseguirà a un ritmo simile a quello osservato nell'ultima parte del 2013". E ancora: l'area del disagio lavorativo, avverte Confindustria, "è molto piu' ampia mentre torna a crescere il ricorso alla cig". A gennaio, infatti sono stati circa 340mila le unità di lavoro a tempo pieno coinvolte nella richiesta di ammortizzatori sociali; gli stessi livelli della primavera scorsa.