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Da Nord a Sud domani mobilitazione nazionale lavoratori costruzioni

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Roma, 26 nov. (Labitalia) – #inlottaxilfuturo. Con questo slogan, domani tornano nelle piazze italiane, da Nord a Sud, da Aosta a Cosenza, i lavoratori delle costruzioni. I sindacati di categoria Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, infatti, hanno organizzato una giornata nazionale di mobilitazione del settore, con scioperi, sit-in, presidi e manifestazioni di protesta in tutte le regioni italiane.
“Al sesto anno consecutivo di crisi del settore delle costruzioni -attaccano i sindacati- appare ormai evidente che le ricette messe in atto finora per contrastarla siano state fallimentari. Le sole politiche dei tagli sulla spesa degli investimenti e di allentamento delle regole non producono lavoro. Anche quest’anno, nonostante i dati confermino un ulteriore calo del 10% degli occupati arrivando a circa 800.000 posti di lavoro bruciati dall’inizio della crisi, nei provvedimenti adottati dal governo non si avverte un radicale cambiamento di quelle politiche”.
Per Feneal, Fillea e Filca, mancano azioni forti per risollevare i settori: “I timidi segnali positivi -sottolineano- restano largamente insufficienti a dare risposte adeguate ai lavoratori del settore e a un Paese che avrebbe quantomai bisogno di un gigantesco piano di interventi per la messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio e per la realizzazione di infrastrutture utili”. Per queste ragioni, “i lavoratori del settore delle costruzioni chiedono con forza risposte concrete, capaci davvero di rilanciare la buona occupazione e di rispondere ai bisogni del Paese”.
Risposte concrete che, per i sindacati, devono partire dagli investimenti pubblici. “Il volume -spiegano- si è ridotto del 47% dal 2008 ad oggi. Le risorse individuate nello ‘Sblocca Italia’ per gli interventi di edilizia scolastica, messa in sicurezza del territorio e infrastrutture sono insufficienti e le tempistiche di spesa (meno di 500 mln entro 2015) assolutamente inadeguate. Gli stessi programmi di spesa affidati alle unità di missione scuole e territorio marciano con tempi e impatti occupazionali inadeguati”.
“E’ necessaria -sottolineano Fillea, Filca e Feneal- una accelerazione dei tempi di spesa e un aumento effettivo delle risorse disponibili, con uno sblocco reale e selettivo del patto di stabilità per i comuni, finalizzato alla messa in sicurezza del territorio”.
Serve una vera politica di rilancio delle costruzioni, chiedono Fillea, Feneal e Filca. “La riconferma degli incentivi per le ristrutturazioni per il 2015 -spiegano- è un fatto importante ma non sufficiente ad avviare un vero e organico programma di adeguamento del patrimonio edilizio e ad accompagnare un processo di riorganizzazione produttiva delle imprese edili e di innovazione di prodotto e di processo per tutta l’industria del legno e dei materiali da costruzione. E’ necessario dare strutturalità almeno decennale a tali incentivi, definendo contestualmente strumenti capaci di favorire la domanda aggregata e di intervenire sulla qualificazione dell’offerta”.
Sviluppo ma anche legalità. “L’occasione dell’adeguamento alle norme europee -spiegano i sindacati- rischia di essere sprecata o usata solo per un ulteriore allentamento delle norme a garanzia del lavoro e della stessa qualità dell’opera. Occorre invece ridurre il ricorso a procedure straordinarie, agli affidamenti al massimo ribasso e il numero delle stazioni appaltanti, migliorare la progettazione e limitare il ricorso alle varianti, rafforzare il principio della responsabilità solidale”.
“La strage quotidiana è determinata anche dall’insufficienza di tali regole, complice anche la politica di tagli sugli organici degli enti pubblici preposti. Occorre rafforzare le norme sostanziali, i controlli e le sanzioni, sostenere la formazione e il ruolo degli enti bilaterali, degli Rls e Rlst nelle attività di prevenzione, completare quanto previsto dal decreto legislativo 81/2008 con la costituzione della patente a punti, quale sistema di qualificazione delle imprese per poter operare nel settore”, incalzano.
“La crisi -attaccano le organizzazioni sindacali- ha favorito la crescita del lavoro nero e irregolare, oltre ad ampliare gli spazi di penetrazione nel settore delle mafie e dell’economia illegale. Rafforzare gli strumenti di contrasto e prevenzione, definire una legislazione adeguata in materia di falso in bilancio e autoriciclaggio, estendere le buone pratiche in materia di protocolli di legalità e di linee guida emanate dal Casgo, diventa una precondizione per affermare la piena legalità nei cantieri”.
Ed è necessario tutelare i lavoratori ‘vittime’ della crisi. “La gravità della crisi e l’insufficienza della strumentazione esistente -sottolineano le organizzazioni sindacali- rendono la situazione drammatica ed espongono decine di migliaia di lavoratori alla perdita di qualsiasi tutela”.
“Oltre a garantire gli strumenti per la gestione delle crisi aziendali, ogni riforma in materia – sottolinea – deve garantire l’effettiva e universale estensione degli ammortizzatori sociali in maniera tale da ricomprendere lo specifico produttivo di un settore particolare come quello edile, destinando a questo fine ogni eventuale azione di riequilibrio della contribuzione delle imprese”.
E sulle pensioni, aggiungono, “occorre modificare la riforma Fornero, che ha prodotto un impatto devastante sul settore delle costruzioni”. “Sulle impalcature fino a 67 anni non si vive e la discontinuità produttiva che si traduce in pensioni da fame va compensata con adeguate coperture. Sul Tfr ogni intervento che si traduce in una penalizzazione fiscale delle forme di previdenza integrativa, va respinto, perché rappresenta un ulteriore attacco al futuro previdenziale dei lavoratori”, concludono.