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Dal Brasile a Roma, restaurato il tondo di Piero di Cosimo

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Roma, 4 dic.(AdnKronos) – Il 10 dicembre, nel capitolino Palazzo Barbernini, sarà presentato il restauro del tondo di Piero di Cosimo raffigurante la Madonna con Bambino, S. Giovannino e Angelo, a cura della Soprintendenza speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Roma, diretta da Daniela Porro, congiuntamente al Museo de Arte de Sao Paulo-Chassis Chateaubriand, all’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo e grazie allo sponsor Inacio Schiller Bittencourt Rebetez.
Il dipinto verrà esposto fino al 18 gennaio, nella Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, accanto all’altro dipinto di Piero di Cosimo, la Maddalena conservato nella Galleria stessa, offrendo così un ulteriore spunto di approfondimento e indagine su questo pittore, che nel 2015 sarà il protagonista di due mostre, a Washington ed a Firenze.
Nel 1633 il dipinto aveva lasciato l’Italia ed era stato inventariato nella collezione dell’Arciduca Ferdinando Carlo e, dopo un passaggio anche nel Rijksmuseum di Amsterdam, fu successivamente acquistato dalla coppia Pietro Bardi e Lina Bo per il Museo de Arte de Sao Paulo – Chassis Chateaubriand, che tutt’ora lo detiene.
Grazie ad un accordo internazionale tra la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma, il Museo de Arte de Sao Paulo-Chassis Chateaubriand, e l’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo, questa bellissima opera è rientrata per la prima volta in Italia per essere sottoposta a restauro presso il Laboratorio di Restauro della Soprintendenza del Polo Museale Romano.
Restaurato da Paola Sannucci del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza e Karen Barbosa del Museo de Arte de Sao Paulo, il dipinto, che risultava illeggibile per via dell’alterazione dei ritocchi effettuati nel restauro della fine degli anni ’70, è stato sottoposto ad un intervento di pulitura dalla vernice ingiallita e dalle ridipinture relative ai numerosi interventi precedenti. Nell’occasione l’opera è anche stata sottoposta ad una serie di indagini scientifiche, curate dal Molab (Cnr – Istn di Perugia) e radiografie a cura dell’Enea di Roma, dalle quali sono emerse notevoli similitudini tecniche con altri dipinti dello stesso autore.
Negli anni ’40 lo studioso W. Paatz suppose che il tondo brasiliano fosse identificabile con quello citato dal Vasari nella vita di Piero di Cosimo: “E’ nel noviziato di San Marco, in un quadro, una Nostra Donna ritta col Figliuolo in collo, colorita ad olio” (Vita di Piero di Cosimo, in Giorgio Vasari, Le Vite). Della Maddalena, invece, si hanno scarsissime notizie: acquistato dal Monte di Pietà di Roma dal Barone Barracco e donato poi nel 1907 alla Galleria Nazionale d’Arte Antica, il dipinto era stato attribuito a Piero di Cosimo dal Morelli (1874), superando l’attribuzione a Mantegna.
Messi a confronto i due dipinti, anche nella sostanziale differenza di impostazione determinata dal soggetto rappresentato, sembrano distanti tra loro: la Maddalena pur nella delicata volumetria del viso ha un’impostazione rigida, mentre la ‘Nostra Donna’ si dispiega in un racconto dinamico, fatto di volumi, descrizioni e colori di grande scioltezza.
Osservare la tecnica pittorica, soprattutto in questa occasione, è determinante per un ulteriore approfondimento sul pittore. L’utilizzo dell’olio nella Maddalena appare più incerto, comunque più limitato; vi sono parti interamente ricoperte dall’olio ed altre in cui la tempera affiora, forse sotto una leggera velatura ad olio. Nel tondo brasiliano non ci sono incertezze: la nuova tecnica viene utilizzata con padronanza del mezzo ed in maniera molto estesa e rimangono esclusi solo alcuni particolari: Piero di Cosimo sembra aver scelto e consolidato la sua strada espressiva di resa dell’immagine.

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