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Dalle praterie marine una risorsa per la bioedilizia

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(AdnKronos) – La posidonia spiaggiata, da problema ecologico a risorsa per la bioedilizia. L’idea è venuta a una imprenditrice sarda, Daniela Ducato, da sempre orientata a coniugare l’innovazione con il rispetto per l’ambiente, che ha pensato di creare un nuovo materiale naturale per l’edilizia sfruttando le classiche palle di piante aggrovigliate (nome tecnico egagropili) che nella stagione autunnale e invernale invadono le spiagge. E’ nata così la “lana di mare”, (nome commerciale Edimare), brevettata dall’azienda Edilana Group, che viene usata per la produzione di componenti termoisolanti per la bioedilizia, per arredi, finiture e moduli destinati al settore dell’interior design, della correzione acustica, del verde e del green design.
Per realizzare questa fibra molto resistente, simile alla fibra di legno, si utilizzano infatti i cumuli di posidonia spiaggiata, che quando vanno in decomposizione sono accompagnati da processi di putrefazione con rilascio di liquami inquinanti ed esalazioni maleodoranti, rappresentando un’emergenza igienico-sanitaria, nonostante la corretta attività di gestione di molti Comuni.
La “lana di mare” comunque, viene combinata con un altro materiale brevettato dalla ditta Edilana, che sfrutta gli scarti della lana delle pecore.
“E’ un nuovo isolante naturale – racconta all’Adnkronos Daniela Ducato – con una capacità termica più alta del 30% rispetto al legno. Con la fabbricazione di questo materiale è possibile guardare al mare con occhio diverso, alle foreste marine come risorsae, allo stesso tempo, ottenere produzioni altamente performanti nel campo dell’efficienza energetica, acustica e igrometrica”.
Un materiale naturale che è disponibile in grandi quantità sulle coste italiane e che ha “una capacità di catturare l’anidride carbonica – aggiunge Ducato- molto più elevata delle foreste terrestri”.
Della posidonia si utilizza tutto nel processo di trasformazione della “lana di mare” i piccoli scarti vengono utilizzati per realizzare una tinta giallo oro, denominata “oro di mare” e altri scarti più grezzi vengono adoperati per la fabbricazione di pannelli e arredi per creare un ambiente più salubre con azione ionizzante e rilascio graduale di salinità.
L’intero processo produttivo è caratterizzato da una forte spinta ecologica: il ritiro e il trasporto del materiale, privo di sabbia, separato dagli altri materiali spiaggiati, accumulato in maniera da garantire la perfetta asciugatura, viene realizzato con mezzi dell’azienda tramite il sistema del km scambiato, utilizzando la rete Essedi composta da oltre 1000 punti vendita omogeneamente distribuiti nel territorio e il principio delle economie di scambio dei viaggi di rientro dei vettori che consegnano la merce presso i rivenditori.
Il forte risparmio di combustibile e la riduzione di inquinamento si traducono in un vantaggio economico con una riduzione dei costi di produzione e in una maggiore sostenibilità ambientale del sistema.