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Danza: RomaEuropa riparte dal duo Akram Khan-Israel Galvan

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Roma, 16 set. – (Adnkronos) – Riparte il 24 settembre con il duo Akram Khan -Israel Galvan la XXIX edizione del RomaEuropa Festival. Flamenco e kathak per ‘Torobaka’, spettacolo liberamente ispirato ad un poema di Tristan Zara, che trae spunto anche dall’immagine di due animali sacri e simbolici legati alla cultura dei grandi interpreti e coreografi. Ancora grande danza al Teatro Argentina con la prima nazionale di Hofesh Schechter, ‘Sun’ (30 settembre) firmata dal giovane regista e coreografo originario di Gerusalemme.
In programma anche ‘Dolcevita – Archeologia della passione’ (4 ottobre), l’ultima creazione firmata da Virgilio Sieni, alla guida della sezione Danza della Biennale di Venezia, che ripercorre il racconto evangelico della Passione di Gesù. Ritornano nello spazio romano il belga Alain Platel e il congolese Serge Kakudji con ‘Coup fatal’ (14), pièce riorchestrata con 13 musicisti dal vivo su antiche musiche tradizionali africane e arie barocche, da Handel a Gluck.
Anche un altro teatro storico della capitale, l’Eliseo, programma parte dell’edizione 2014 del RomaEuropa Festival. Per la prima volta in Italia l’astro nascente della danza canadese, Fréderick Gravel, danzatore, regista, coreografo, musicista e cantante, con la prima nazionale di ‘Usually Beauty Fails’ (18), potente omaggio coreografico e musicale all’universo della bellezza. Tra seduzione, ironia e vulnerabilità.
Nello spazio della Pelanda, nell’ex Mattatoio di Testaccio, in scena ‘Hakanai’ (24 ottobre), un ‘dialogo’ virtuale tra una danzatrice e designer (Claire Bardainne) e la scenografia digitale di un artista multidisciplinare (Adrien Mondot) che esplorano le potenzialità del corpo e dello spazio all’interno di una singolare relazione tra realtà virtuale e dirompente fisicità.
Anche il Teatro Brancaccio apre alla danza con il ritorno di Dada Masilo, originaria del Sudafrica, che dopo aver debuttato a Roma con ‘Il Lago dei cigni’ propone quest’anno un altro ‘classico’ del repertorio ballettisticio, ‘Carmen’ (29 ottobre), liberamente ispirata all’opera di Bizet e al racconto di Merimée, ma basata sulla suite per balletto di Rodion Scedrin con estratti musicali di Arvo Part e la ‘voce’ della divina Callas.
Il 27 novembre sarà la volta del circo contemporaneo di Aurélien Bory e della giovane giapponese Kaori Ito, con la mise en scène di ‘Plexus’. Completa la stagione del cartellone danza del Romaeuropa Festival, la rassegna ‘Dna’ dedicata alla giovane creatività contemporanea, made in Italy, che si svolgerà nella sede dell’Opificio sull’Ostiense, al Teatro Vascello e al Piccolo Eliseo, alla Pelanda.
Tra i protagonisti Virgilio Sieni, Adriana Borriello, Chiara Frigo e Silvia Gribaudi, Itamar Serussi, Valentina Buldrini e Martina La Ragione, Giulio D’Anna e Noé Soulier , lo svedese Jefta van Dinther, l’italianissima Raffaella Giordano. Due mesi di rappresentazioni, oltre 50 produzioni per il ricco cartellone di RomaEuropa Festival che comprende anche musica, teatro, mostre, workshop, incontri aperti al pubblico in collaborazione con Rai Radio Tre, arti digitali.
”La manifestazione è uno sguardo attento sul nostro tempo – ha dichiarato all’Adnkronos Fabrizio Grifasi, direttore generale e artistico della Fondazione Romaeuropa- Pur tenendo saldamente ancorate le proprie radici sul territorio, scruta, osserva ciò che accade nel mondo”.
‘Nel corso della sua storia il Festival ha costruito rapporti privilegati con alcuni artisti -ha sottolineato Grifasi- come Akram Khan, per esempio, giovane di straordinarie promesse quando ha cominciato a calcare i palcoscenici di Romaeuropa, oggi una vera star riconosciuta in ambiti internazionali”.
I punti di riferimento di Grifasi sono ”il pubblico, gli artisti, la creatività, per dar vita a spettacoli sempre nuovi, rappresentativi di un’epoca, della nostra contemporaneità. Fondamentale, inoltre, il rapporto con i nostri spettatori che curiamo attivamente anche attraverso le nuove tecnologie, le dirette screaming, il lavoro che facciamo sui social network. Desideriamo che il pubblico si senta al centro dei progetti di Romaeuropa, soprattutto che abbia gli strumenti necessari per poter cogliere al meglio la bellezza e l’incanto di ogni spettacolo”.
Spettacoli multiculturali, quelli di Romaeuropa, che fanno incontrare culture e tradizioni. Migrazioni di popoli come segno distintivo di un teatro alla ricerca delle proprie origini e del proprio futuro.
”Lo ripeto, l’arte e la cultura hanno una sensibilità maggiore nell’interpretare il nostro tempo – ha aggiunto Grifasi- Tradizione, modernità, sperimentazioni sono al centro del lavoro degli artisti che Romaeuropa ospita all’interno della manifestazione. D’altronde un Festival di creazione contemporanea che vuole raccontare il nostro tempo, non può non occuparsi dei grandi temi della nostra epoca”.