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Dolce e Gabbana dopo l’assoluzione, pronti a restituire l’Ambrogino

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(AdnKronos) – Da “chiuso per indignazione” a “restituiremo l’Ambrogino d’Oro” ricevuto nel 2009, tra gli stilisti del marchio D&G e il Comune di Milano sembra non scorrere, ancora, buon sangue. E’ bastato un tweet di Stefano Gabbana – “Noi lo renderemo come da loro richiesta” riferito alle onoreficenze del 7 dicembre – , perché Domenico Dolce e il suo socio tornassero a far discutere, a pochi giorni dall’assoluzione in Cassazione sulla presunta evasione fiscale che li vedeva coinvolti.
Un annuncio già fatto, nel luglio 2013, quando divampò la polemica tra D&G e Palazzo Marino dopo le frasi dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso, secondo cui il Comune non avrebbe concesso degli spazi a degli “evasori”. Nonostante la spiegazione fornita da D’Alfonso – si trattava di una frase detta in un colloquio informale e non rispecchiava la posizione di Palazzo Marino – gli stilisti chiusero per tre giorni “per indignazione” i loro negozi. E oggi sono pronti a restituire il riconoscimento simbolo della città, non senza provocare divisioni all’interno della stessa politica cittadina.
“D’Alfonso ha due strade: o chiede scusa a Dolce e Gabbana o si dimette. La scelta di Dolce e Gabbana di restituire l’Ambrogino alla luce di questi fatti è comprensibile – spiega Riccardo De Corato, vice presidente del Consiglio comunale- e deve essere D’Alfonso a riparare al danno che ha fatto”. Il coordinatore cittadino Fi Giulio Gallera auspica che il sindaco Pisapia “venga in aula e chieda pubblicamente scusa ai due stilisti a nome della città e nel luogo che rappresenta e dia una comunicazione ufficiale delle dimissioni dell’assessore D’Alfonso”.
(AdnKronos) – Per Nicolò Mardegan, coordinatore cittadino di Ncd “Dolce e Gabbana meriterebbero un evento pubblico di ringraziamento perché rappresentano l’eccellenza italiana nel mondo. Le scuse di un assessore semisconosciuto non servono a niente. Questa giunta anziché premiare il merito e valorizzare chi crea lavoro offende in nome di un assurdo giustizialismo, allontana imprese virtuose in un momento di crisi e riesce nel capolavoro di svilire anche la massima onorificenza cittadina”. E si stupisce del silenzio dell’assessore alla Moda, Manfredi Palmeri, consigliere comunale di Milano. Silenzio che, finora, accomuna la sinistra presente a Palazzo Marino.
In tanti, invece, sulla pagina di Stefano Gabbana lasciano un messaggio: “Voi che esportate l’Italia nel mondo meritate di più che una semplice scusa”, “Hanno fatto di questa città carta straccia! Non hanno rispetto per i cittadini e chi da lavoro a migliaia di persone”; “fate bene a renderlo a chi non vede mai che la semplice diffamazione gratuita” o ancora “dovete renderlo anche per aiutare le imprese che subiscono ogni giorni la stessa ingiustizia che avete vissuto voi”.