Home Nazionale E’ ancora caccia ai resti mortali della Gioconda: esame del Dna su scheletro

E’ ancora caccia ai resti mortali della Gioconda: esame del Dna su scheletro

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Firenze, 2 mar. – (Adnkronos/Ign) – Per trovare quel che resta della vera Monna Lisa gli scienziati ricorreranno adesso all'esame del Dna. I risultati del procedimento di datazione con il C14 compiuto sui resti mortali di tre degli otto scheletri rinvenuti nel convento di Sant'Orsola, sono per ora negativi ma lasciano ancora sperare: uno scheletro in particolare potrebbe ricondurre a Lisa Gherardini, moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo. Due dei tre scheletri esaminati sono risultati di alcuni decenni precedenti la morte della Gioconda avvenuta il 15 luglio del 1542 all'età di 63 anni. Sul terzo scheletro, quello sul quale si concentrava l'attesa maggiore da parte dei ricercatori, non è stato possibile eseguire la datazione a causa del pessimo stato di conservazione.Proprio su questi resti si tenterà l'esame del Dna. Non solo. Anche i resti di altri due individui ritenuti significativi a livello archeologico verranno sottoposto all'esame del carbonio 14 e del Dna. ''L'esame del Dna è la prova regina di questa lunga e complessa ricerca, speriamo in un risultato positivo'', ha commentato Silvano Vinceti, responsabile della ricerca avviata dal Comitato nazionale per la Valorizzazione dei beni storici, culturali e Ambientali nell'ex convento di Sant'Orsola.''E' stato possibile datare finora soltanto due dei tre campioni pervenuti nei nostri laboratori'', ha dichiarato il professore Lucio Calcagnile, responsabile del Cedad, il Centro di Datazione dell'Università del Salento, che ha eseguito i primi esami del carbonio 14 con la tecnica Ams della spettrometria di massa con acceleratore.''Il campione della tomba 6 non è stato possibile datarlo – ha aggiunto Calcagnile – per la forte diagenesi e la mancanza di collagene; per gli altri due campioni, provenienti dalle tombe 7 e 8, è stato possibile datare lo smalto dei denti. Tuttavia, in entrambi i casi, le datazioni si collocano tra la fine del XIV e la prima metà del XV secolo con un livello di confidenza del 95.4%''. Il professore Giorgio Gruppioni, del Dipartimento di Beni Culturali dell'Universita' di Bologna (Campus di Ravenna) e membro della equipe scientifica del Comitato presieduto da Silvano Vinceti, ha aggiunto: ''Purtroppo la datazione con il C14 non ha dato l'esito sperato, tuttavia non sarà lasciata intentata nessuna pista: si tenterà di estrarre il Dna dai resti dell'individuo che non è stato possibile datare (n. 6), allo scopo di confrontarlo con quello dei figli di Lisa Gherardini i cui resti, a quanto risulta, sono conservati a Firenze nella chiesa della Santissima Annunziata''.Verranno, inoltre, presi in esame i resti di due individui (catalogati con i numeri 1 e 2) che sembrerebbero particolarmente indiziabili in base alle indagini archeologiche e ancora non accuratamente analizzati.Silvano Vinceti, responsabile della ricerca sui resti mortali della Gioconda, ha commentato cosi' la complessità della ricerca: ''Questi primi risultati hanno un segno negativo ma l'avevamo messo in conto. Si tratta di una ricerca difficile e complessa. Sappiamo anche che il Carbonio 14 e' si' un esame fondamentale per datare il periodo storico dei resti ma, quando questo non e' praticabile occorre tentare con altri metodi. Tra questi, l'esame comparato del Dna, potrebbe dare la risposta definitiva se abbiamo o non abbiamo ritrovato le spoglie della modella utilizzata da Leonardo per il quadro piu' conosciuto al mondo''.