Home Nazionale Ebola, contagiata un’altra infermiera in Texas. Vertice urgente alla Casa Bianca

Ebola, contagiata un’altra infermiera in Texas. Vertice urgente alla Casa Bianca

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Washington – Barack Obama ha rinviato un viaggio elettorale previsto per oggi per convocare un vertice alla Casa Bianca sull’emergenza Ebola. Il vertice, annunciato dalla Casa Bianca, è stato convocato nel giorno in cui dal Texas è stato confermato il contagio di una seconda infermiera dell’ospedale di Dallas dove nei giorni scorsi è morto Eric Duncan, che si è ammalato negli Stati Uniti dopo aver contratto il virus in Liberia. La donna si chiama Amber Joy Vinson e ha 29 anni. Secondo quanto hanno reso noto le autorità locali, Vinson sta affrontando la situazione con “calma e determinazione”. La donna è stata messa in isolamento nei 90 minuti successivi all’apparire dei primi sintomi.
Ma ad allarmare in queste ore è soprattutto la notizia, confermata dai Cdc, che Vinson ha viaggiato in aereo da Cleveland a Dallas lunedì sera, vale a dire il giorno prima di denunciare i primi sintomi e di risultare positiva al test. Ora le autorità sanitarie federali hanno chiesto a tutti i 132 passeggeri del volo 1143, operato da Frontier Airlines, di contattare un numero verde dedicato. “La sicurezza dei nostri passeggeri e del nostro personale è la nostra prima preoccupazione – si legge in una dichiarazione della compagnia aerea – Frontier continuerà a lavorare a stretto contatto con Cdc ed altre agenzie governative per assicurare che i protocolli e le procedure appropriate vengano seguite”.
Obama ha quindi rinviato il viaggio elettorale previsto in New Jersey e Connecticut per convocare un vertice d’urgenza ad Ebola, al quale parteciperanno i responsabili di dipartimenti ed agenzie che stanno gestendo l’emergenza. Dopo la notizia del contagio della prima infermiera, Obama aveva esortato il Cdc a concludere velocemente l’inchiesta per stabilire se e quale violazione del protocollo di sicurezza aveva portato al contagio. Ma ora che una seconda infermiera è risultata positiva al test dell’Ebola, ancora non è stato determinato, o almeno reso noto, come siano state infettate.
Il sindacato degli addetti sanitari americani, National Nurses United, ha diffuso una dichiarazione degli infermieri dell’ospedale di Dallas che denunciano di sentirsi “non sostenuti, non adeguatamente preparati, né informati in modo veritiero” insomma “abbandonati” nel dover gestire l’emergenza. Sono circa 75 le persone che lavorano nell’ospedale texano che potrebbero essere state esposte al virus.
Gli operatori sanitari dell’ospedale sostengono che Duncan fu lasciato per ore in un’area non protetta del pronto soccorso, dove avrebbe potuto infettare pazienti e sanitari. E che gli infermieri avrebbero lavorato per giorni senza l’attrezzatura protettiva o con tute incomplete. In un documento diffuso da Deborah Burger, del National Nurses United, si sostiene che allo staff dell’ospedale di Dallas non siano state fornite le tute di protezione adeguate, tanto che avevano collo e testa esposti. E gli operatori hanno usato nastro adesivo per chiudere le tute. Il tutto nonostante Duncan avesse sintomi come forte diarrea e vomito violento. Accuse arrivate da vari operatori che però non sono stati citati. Tra le accuse delle infermiere, i campioni prelevati a Duncan avrebbero viaggiato nei tubi pneumatici dell’ospedale con la possibilità di contaminare il sistema, ma risultano anche scarti pericolosi impilati fino al soffitto e altre violazioni dei protocolli. Inoltre, le infermiere che si sono prese cura di Duncan hanno assistito contemporaneamente anche altri pazienti, con il rischio di trasmettere il virus. “Non c’era una preparazione su cosa fare con il malato di Ebola, non c’era un protocollo, non c’era un sistema”, ha detto Burger.
Sempre a Dallas un uomo è sotto osservazione per essere stato a contatto con chi è stato contagiato dal virus Ebola. Ad affermarlo all’Adnkronos Salute è Paolo Maggi, manager di una multinazionale svedese da oltre 15 anni a Dallas. “Siamo preoccupati – dice – perché ieri la scuola frequentata da mia figlia ci ha comunicato che un genitore di un bambino è sotto osservazione per essere stato a contatto con chi è stato contagiato dal virus Ebola. Ci hanno detto che questa persona è monitorata da 14 giorni e per ora non ha avuto i sintomi dell’Ebola”. Per ora non sono previste restrizioni per gli alunni e questo monitoraggio – riporta la nota della scuola – durerà fino al 21esimo giorno come prevedono le indicazioni dei Cdc nel caso di un sospetto caso di Ebola.
Sono ormai due terzi circa gli americani preoccupati per la possibilità di un’epidemia di Ebola su larga scala negli Stati Uniti malgrado le ripetute rassicurazioni delle autorità statunitensi sulla sicurezza del sistema di assistenza e prevenzione sanitaria nel paese. Il 65% del campione di 1006 persone interpellate per un sondaggio Washington Post-ABCNews si dice preoccupato per l’insorgere di un’epidemia su vasta scala, e oltre 4 persone su 10 si dicono “molto” o “in una certa misura” preoccupate per la possibilità che loro stesse o qualcuno dei loro parenti più stretti possa contrarre il virus.