– Roma, 2 set. – (AdnKronos Salute) – Un team di ricercatori giapponesi dell’Università di Nagasaki ha affermato di aver messo a punto un nuovo metodo per rilevare la presenza del virus Ebola in 30 minuti. Una tecnologia – riporta il sito ‘Business Insider’ – che potrebbe consentire ai medici di diagnosticare più rapidamente l’infezione che sta colpendo l’Africa Occidentale. Secondo Jiro Yasuda, a capo del team, “questo test è anche più economico dell’attuale sistema usato dai medici in Africa occidentale”.
Il test si basa su processo definito dagli scienziati ‘primer’, in grado di amplificare solo i geni specifici del virus Ebola che possono trovarsi in un campione di sangue o in altri fluidi corporei. Grazie a tecniche già ampiamente usate si procede all’estrazione del Rna. Questo viene poi utilizzato per sintetizzare il Dna virale. Se l’Ebola è presente, il suo Dna specifico viene segnalato in circa 30 minuti grazie all’azione dei ‘primer’.
Attualmente, per rilevare la presenza del virus è usato il metodo chiamato Rt-Pcr, un esame particolarmente utile per la gestione dei casi sospetti in corso di episodi epidemici, ma che comunque richiede ai medici di riscaldare e raffreddare i campioni più volte. Un processo lungo circa due ore. “Il nuovo metodo – concludono i ricercatori – costa un centinaio di dollari”.