Roma, 19 set. (AdnKronos Salute) – La minaccia dei fondamentalisti islamici dell’Isis di un attacco bioterroristico utilizzando Ebola “punta sulla forza mediatica del virus. Ma è solo una minaccia, visto che passare alle vie di fatto è tutta un’altra storia. Bisognerebbe avere, per esempio, le capacità e gli strumenti per farlo”, dice all’Adnkronos Salute Giuseppe Ippolito, direttore sanitario dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma, che invita ad evitare confusioni tra l’epidemia e chi usa la paura del virus per fare più rumore.
“L’epidemia in atto in Africa è una cosa, la minaccia dell’Isis totalmente un’altra”, aggiunge l’esperto. E non è facile neanche la situazione sul campo, dove l’istituto Spallanzani è presente con laboratori mobili, da qualche settimana in Liberia e da fine marzo in Guinea, Paese dove sono stati uccisi 7 operatori umanitari. “Ovviamente siamo preoccupati ma si tratta di rischi insiti in queste missioni, quando si svolgono in aree attraversate da conflitti e tensioni. Ci sono rischi legati alla sicurezza, alla difficoltà di trasporto, alle difficoltà strutturali. Si tratta di pericoli spesso inevitabili in queste emergenze”, conclude.