Home Attualità Economia Edicolanti: Gori confermato alla guida del sindacato provinciale snag-confcommercio

Edicolanti: Gori confermato alla guida del sindacato provinciale snag-confcommercio

0
Edicolanti: Gori confermato alla guida del sindacato provinciale snag-confcommercio

Il casentinese Giancarlo Gori è stato riconfermato alla presidenza provinciale del sindacato nazionale autonomo giornalai di Confcommercio, in sigla SNAG. Gori, 57 anni, da trenta titolare insieme alla moglie di un’edicola a Ponte a Poppi, inizia dunque il suo secondo mandato alla guida della categoria. Con lui siedono nel consiglio direttivo provinciale anche il vicepresidente Marcello Stefanelli, di Montevarchi, e i consiglieri Alessandro Lagarini, Tiziana Baccini, Alessandra Innocenti e Katia Boschi.

“Sono 170 le edicole in provincia di Arezzo, circa 25mila a livello nazionale”, dice Giancarlo Gori facendo il punto sul settore, “dieci anni fa superavamo quota 40mila. Abbiamo perso per strada più di 10mila imprese e oltre il doppio di posti di lavoro; ma la selezione è ancora fortissima: ogni giorno in Italia chiudono almeno due o tre imprese. Di questo passo è difficile progettare un futuro sereno”.

A mettere in ginocchio la categoria non è tanto la crisi economica in atto, quanto piuttosto una serie di fattori concomitanti: “la diminuzione di lettori della carta stampata, ma soprattutto la mancata riforma dell’editoria, di cui molti Governi hanno discusso senza mai approdare a soluzioni concrete”, spiega Gori. “In edicola da noi regge la vendita dei quotidiani locali, i nazionali invece hanno avuto una contrazione fortissima, così come i settimanali. Vanno benissimo invece i collezionabili, dagli orologi ai robot dei cartoni animati fino ai coltelli: gli aretini sono appassionati di questo genere e spesso i prodotti non bastano ad esaudire le richieste”.

Gori prova a tracciare un profilo dell’edicolante tipo: “sono aumentate molto le donne e il nostro consiglio ne è un riflesso, con tre donne su sei abbiamo raggiunto la parità. C’è stato poi un forte ricambio generazionale, soprattutto nei centri più grandi come il capoluogo: tanti giovani hanno acquistato un’edicola, anche se poi il turn over è aumentato. Nelle vallate c’è più stabilità, ma l’età media si alza. La nostra giornata tipo? Sveglia all’alba, intorno alle 6 dobbiamo già essere in edicola per sistemare i nuovi arrivi, poi restiamo al lavoro fino alla sera verso le 20, con una pausa pranzo di un paio d’ore. Praticamente passiamo al lavoro dieci – undici ore al giorno, senza contare le aperture a turno dei festivi e delle domeniche. I sacrifici sono tanti, ma è un lavoro bellissimo per il contatto con la gente e con l’informazione”.

Scongiurato il pericolo della liberalizzazione, che minacciava di aprire il mercato in maniera indiscriminata, agli edicolanti resta ora da impostare il futuro della professione: “in provincia di Arezzo stiamo ormai terminando il processo di informatizzazione di tutte le rivendite, che ci consente di collegarci in tempo reale con le agenzie di distribuzione per calcolare il numero dei resi e fare gli ordini”, dice Gori, “per fortuna siamo riusciti a realizzarlo contenendo molto i costi di gestione: da un euro al giorno preventivato all’inizio, siamo passati a soli 25 centesimi grazie all’impegno di Snag Confcommercio. Ma la vera svolta per il nostro settore arriverà solo con la riforma dell’editoria. Non si può pensare di incentivare la lettura solo con i gadget o con la leva del prezzo. Anziché puntare a rinnovare contenuti e grafica dei loro prodotti per renderli più appetibili, tanti editori hanno semplicemente tagliato del 50% il prezzo di copertina. Così, da un giorno all’altro, noi che lavoriamo con la percentuale sulle vendite ci siamo visti dimezzare gli incassi. Se continua così, non so quanto potremo andare avanti, tra ricavi in discesa e concorrenza sugli abbonamenti”. Anche perché, nel frattempo, moltissime edicole che alla vendita di carta stampata affiancavano quella di libri, cancelleria, giocattoli, profumeria ed altri articoli, si sono specializzate. “Dai piccoli multistore di paese siamo passati al chiosco che vende unicamente riviste e giornali. Del resto le testate sono sempre più numerose e per fare bene l’edicolante la specializzazione è necessaria”.

Ma le edicole non servono solo a vendere giornali: “la nostra rete di punti vendita è diffusa capillarmente su tutto il territorio e può attivarsi efficacemente quando serve. In Casentino, per esempio – ricorda Gori – le edicole sono diventate centro di raccolta delle firme contro la soppressione della linea di trasporto pubblico da Firenze a Bibbiena. Abbiamo raccolto oltre 2.500 firme”.