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Emilia Romagna: Unioncamere, in lieve crescita produzione e fatturato

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Bologna, 24 giu. (Labitalia) – “Nei primi tre mesi del 2014, in Emilia Romagna, sono emersi alcuni tenui segnali di miglioramento, sintesi di andamenti settoriali e dimensionali tuttavia divergenti. Il sostegno maggiore è venuto dalla domanda estera, e a beneficiarne sono state le imprese più aperte all’internazionalizzazione, mentre sono proseguite le difficoltà di coloro che hanno come riferimento il mercato interno. Nel primo trimestre 2014 dunque, produzione, fatturato e ordini sono apparsi in lieve crescita, in controtendenza rispetto al trend negativo dei periodi precedenti”. Sono queste alcune indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale relativa al primo trimestre 2014 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia Romagna, Confindustria Emilia Romagna e Intesa Sanpaolo.
La produzione in volume dell’industria in senso stretto dell’Emilia Romagna è aumentata dello 0,1% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (+0,8% in Italia), a fronte del trend negativo dei dodici mesi precedenti (-2,7%). L’evoluzione della industria manifatturiera, comprese le grandi imprese con più di 500 addetti, delinea un andamento produttivo più sostenuto (+0,3%), pure in miglioramento rispetto al trend dei quattro trimestri precedenti.
L’andamento settoriale non è apparso uniforme. La recessione è continuata per le industrie della moda (-2,1%) e del legno e mobilio (-3,1%), ma l’andamento è risultato meno negativo rispetto al trend dei quattro trimestri precedenti. Le industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto, tra le più aperte all’internazionalizzazione, hanno evidenziato un aumento della produzione dell’1,1%. In crescita anche le industrie alimentari (+0,3%).
Il fatturato ha ricalcato quanto registrato per la produzione: è stato registrato un incremento dello 0,2% rispetto all’analogo periodo del 2013 (+1,1% in Italia), che è apparso in contro tendenza rispetto al trend negativo del 2,8% dei quattro trimestri precedenti. La domanda è apparsa stabile, seppur con andamenti differenziati. Ancora in flessione i consumi interni, mentre crescono gli ordini dall’estero.
“L’indagine -dice il presidente di Unioncamere Emilia Romagna, Maurizio Torreggiani- conferma alcuni segnali positivi, seppure ancora timidi e a macchia di leopardo sul territorio. Il numero delle imprese in sofferenza supera ancora abbondantemente quello delle aziende che iniziano a guardare con maggior fiducia al futuro, le previsioni mostrano come solo nel 2015 l’occupazione arresterà la sua caduta. In questa fase è necessario ancora con maggiore forza supportare le imprese con azioni mirate. Il sistema camerale regionale prosegue nel suo impegno su alcuni punti ben definiti: i progetti integrati di internazionalizzazione sui mercati emergenti; l’aggregazione delle imprese attraverso i contratti di rete; la patrimonializzazione dei confidi per facilitare l’accesso al credito delle pmi, infine le azioni per sostenere le start up, non solo nei settori ad alto contenuto innovativo”.
“Se vogliamo che il lento recupero dell’economia regionale del primo trimestre diventi vera ripresa -dichiara il presidente di Confindustria Emilia Romagna, Maurizio Marchesini- devono ripartire la domanda interna e gli investimenti: questi sono i fattori fondamentali su cui puntare per dare una scossa reale all’economia e, in prospettiva, all’occupazione”.
I segnali positivi non mancano: la crescita della domanda dai principali mercati mondiali, la risalita della fiducia di imprese e famiglie, l’occupazione che sembra essersi stabilizzata, pur restando il più importante elemento di preoccupazione. Le valutazioni generali sugli ordini delle imprese continuano a risultare complessivamente positive, con accenti ulteriormente positivi per gli ordini esteri. Pur avendo l’Emilia Romagna il più elevato tasso di occupazione di tutte le grandi regioni italiane, la disoccupazione ha raggiunto nel primo trimestre dell’anno il 9,7%, dato triplicato in poco più di 5 anni.
Il credito bancario in Emilia Romagna, secondo l’analisi del Servizio Studi di Intesa Sanpaolo, è rimasto in calo anche nei primi mesi del 2014, ma l’andamento nel complesso ha smesso di peggiorare. “Il protrarsi della recessione -commenta Adriano Maestri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo- continua a pesare sulla qualità del credito. Segni più chiari di ripresa a livello nazionale e locale dovrebbero però raffreddare il ritmo di crescita delle sofferenze e, nel contempo, far tornare positiva la dinamica del credito a imprese e famiglie. Dobbiamo far ripartire l’economia del territorio e con le nostre linee di credito siamo pronti a finanziare i progetti delle famiglie e tutti quegli investimenti che rafforzano la competitività delle imprese, in particolare nell’internazionalizzazione, nella ricerca e innovazione, nella crescita patrimoniale e dimensionale”.