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Enel rinuncia al carbone a Porto Tolle, ambientalisti soddisfatti

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Roma, 26 set. – (AdnKronos) – L’annuncio della comunicazione ai sindacati della rinuncia da parte di Enel al progetto di riconvertire la centrale di Porto Tolle a carbone riscuote il plauso delle associazioni ambientaliste per le quali si tratta di un’ottima notizia “per i cittadini, gli agricoltori, gli imprenditori veneti e romagnoli che hanno sempre visto il progetto come una minaccia per la salute, per l’ambiente e per le attività turistiche e agricole”, scrivono Wwf e Legambiente in una nota congiunta.
Fin dall’annuncio del progetto, nel 2005, Wwf e Legambiente hanno condotto una battaglia di idee, ma anche legale, contro la riconversione. Ora chiedono che l’investimento destinato al carbone a Porto Tolle sia indirizzato verso le fonti rinnovabili: “progetti di rinnovabili e di efficienza energetica nell’area dell’ex centrale sarebbero perfettamente in grado di riassorbire i lavoratori della ex centrale a olio combustibile e di assicurare nuova occupazione”, aggiungono.
Anche per Greenpeace, la rinuncia al progetto del carbone a Porto Tolle rappresenta “un ottimo segnale, una scelta storica” e “un passo chiaro nella direzione della progressiva riduzione delle emissioni di Co2, in linea con quanto il nuovo management ha sin qui annunciato di voler fare”, dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.
In tutto il mondo, non solo gli ambientalisti, ma anche Governi, agenzie internazionali, investitori stanno cercando di porre termine rapidamente all’uso del carbone, e anche i Paesi in via di rapido sviluppo come la Cina e l’India stanno diminuendo l’uso di questo combustibile ancora ampiamente disponibile, ma esiziale per clima, salute e ambiente.
Legambiente e Wwf si augurano che alla rinuncia di Enel segua la rinuncia a tutti i nuovi progetti di centrali a carbone in Italia e che si comincino a chiudere le centrali a carbone esistenti, vista oltretutto la overcapacity in Italia (la capacità di produrre energia elettrica è più del doppio del picco massimo di domanda mai raggiunto) e con la diminuzione della domanda, ormai le centrali, anche le più efficienti, lavorano a scartamento ridotto.
Attualmente in Italia sono in funzione 13 centrali a carbone, assai diverse per potenza installata e anche per la tecnologia impiegata. Questi impianti nel 2013 hanno coperto il 13,7% del fabbisogno elettrico complessivo ma hanno prodotto oltre 39 milioni di tonnellate di Co2 corrispondenti a più di 1/3 di tutte le emissioni del sistema elettrico nazionale.