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Estate: gli esperti, tra luglio e agosto picco allergia all’ambrosia

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Roma, 31 lug. (AdnKronos Salute) – Ambrosia, spauracchio estivo per tantissimi allergici. Pianta erbacea originaria degli Stati Uniti, dove il 40% della popolazione è allergico, in Italia questa allergia colpisce soprattutto nel Nord, ma non mancano le sensibilizzazioni nelle regioni centrali. La pianta inizia a fiorire nel mese di maggio e ha il suo periodo di massima fioritura proprio a luglio e agosto. Secondo gli esperti sono addirittura 300 mila i lombardi che tra luglio ed agosto soffrono per questa allergia.
Le persone affette da allergia all’ambrosia devono affrontare diverse problematiche che possono degenerare anche in intolleranze a cibi quali melone, anguria e banana. L’allergia, di solito, si manifesta con asma, rinite o raffreddore, fastidi al naso, occhi rossi, prurito. Studi recenti, realizzati in America, su 784 soggetti allergici all’ambrosia mostrano che un trattamento con terapia sublinguale, testato contro placebo per 52 settimane, ha dimostrato un significativo miglioramento dei sintomi e una analoga riduzione della necessità di utilizzare farmaci sintomatici, con una copertura per i pazienti per tutta la stagione pollinica dell’ambrosia. 
“Questo studio è un’importante conferma della validità dell’immunoterapia per l’ambrosia”, spiega Giorgio Walter Canonica, Direttore della Clinica di Malattie dell’apparato respiratorio e allergologia Irccs San Martino Genova e presidente Società Italiana Allergologia Asma e Immunologia Clinica (Siaaic) – L’allergia all’ambrosia è iniziata dalle regioni del Nord, come Lombardia, Piemonte, Veneto ma presenta due problemi che la rendono preoccupante per il futuro. Il primo è la continua e progressiva espansione di quest’allergia a nuovi territori, con difficoltà a contenere la diffusione della pianta; il secondo è la particolare gravità delle comorbidità collegate a quest’allergia, che in oltre il 50% dei casi consistono in asma bronchiale”.
“Per una corretta diagnosi ci si può avvalere di numerosi strumenti, che vanno dal semplice, ma comunque valido, skin test (test cutaneo) sino alla diagnostica molecolare”, dice l’esperto. A Milano sono 3.250 le persone a cui viene diagnosticata l’allergia causata dalla pianta di ambrosia, pari al 54% delle pollinosi e al 38% di tutte le allergie respiratorie manifestate. Uno studio condotto dall’Asl Milano 1, in collaborazione con l’ambulatorio di allergologia dell’ospedale di Magenta, ha evidenziato che il territorio dell’Asl Milano 1 è una delle aree più infestate da ambrosia in Europa e quella più infestata in Italia.
L’arrivo dell’ambrosia nella Capitale era stato segnalato dai botanici già da qualche anno. E ora l’erba comincia a colpire i bambini di Roma e del Centro Italia, dove si registra la prima incidenza sensibile della presenza dell’allergia all’ambrosia. A rilevare la diffusione dei sintomi allergici provocati dal suo polline, ricorda la nota, sono stati gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma nei mesi scorsi. Ecco alcuni semplici consigli salva-ambrosia:
1) Non dormire con le finestre aperte ma, in caso di grande caldo, utilizzare un condizionatore (a cui siano stati puliti i filtri) o un ventilatore.
2) Non viaggiare con i finestrini dell’auto aperta.
3) Indossare la mascherina quando si viaggia in bicicletta.
4) Preferire alle vacanze o ai weekend in campagna, i soggiorni in alta montagna (l’ambrosia, infatti, non fiorisce oltre i 500 metri).
5) Evitare di praticare sport nelle ore del tramonto o di prima mattina, quando l’attività di impollinazione raggiunge il suo picco.
6) Cambiarsi spesso d’abito e stendere il bucato in casa e non all’aperto.