Home Politica Fanfani: “la tassa di soggiorno è lo strumento concreto per assegnare risorse e quindi centralità a turismo e cultura per un nuovo sviluppo di Arezzo”

Fanfani: “la tassa di soggiorno è lo strumento concreto per assegnare risorse e quindi centralità a turismo e cultura per un nuovo sviluppo di Arezzo”

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Fanfani: “la tassa di soggiorno è lo strumento concreto per assegnare risorse e quindi centralità a turismo e cultura per un nuovo sviluppo di Arezzo”
Giuseppe Fanfani

Dichiarazione del sindaco Giuseppe Fanfani

La tassa di soggiorno ci sarà e per quattro motivi essenziali. Il primo: se tutti pensiamo che il turismo è uno dei pilastri di un possibile nuovo modello di sviluppo locale, allora le risorse vanno individuate. Il secondo: l’importo è talmente piccolo che non è certamente in grado di dissuadere o demotivare il potenziale turista (sfido qualunque viaggiatore a ricordare se, nei suoi tour, ha pagato e per quale cifra, una tassa di soggiorno). Il terzo: la tassa di soggiorno non è a carico degli imprenditori del settore ma esclusivamente del turista. Il quarto: esiste in tutti i comuni che fanno turismo.

Fatta questa premessa, vorrei evidenziare come Arezzo debba voltare pagina in tema di turismo a cultura. Questa città e questa provincia devono le loro fortune economiche e sociali al sistema manifatturiero. Non a caso, a quasi mezzo secolo dal boom economico, continuiamo a definirci la città dell’oro e della moda. Questo assetto ha fatto sempre scivolare assolutamente in secondo piano la cultura, non adeguatamente considerata e il turismo, valutato quale fattore economicamente irrilevante. Se in un passato anche recente, fosse stata fatta la scelta di investire almeno una parte degli utili del manifatturiero in cultura e turismo, oggi avremmo con ogni probabilità una situazione oggettivamente migliore.

Questa amministrazione ha fatto una scelta radicalmente diversa rispetto al passato ed ha assegnato a questi due settori un rilievo centrale anche dal punto di vista economico. Gli investimenti fatti nelle piazze, nel centro storico,  nella cura dell’ambiente, nelle iniziative e negli eventi culturali come Icastica, nella promozione della Fiera Antiquaria e della Giostra del Saracino sono la testimonianza di un grande sforzo in atto e che sta cominciando a produrre risultati.

Bisogna, però, fare di più. Non esiste promozione, non esiste marketing territoriale senza adeguate risorse economiche. E quanto possono mettere a disposizione sia le istituzioni che il sistema economico non è sufficiente. Se vogliamo crescere, se vogliamo che il turismo sia una risorsa reale e non solo teorica, allora bisogna investire. E la tassa di soggiorno è un meccanismo non solo utile ma capillarmente diffuso. In Italia e in Toscana dove sono ormai pochissime, penso Prato e Pistoia, le città  capoluogo a non averlo introdotto. E non sono poche nemmeno le città della provincia di Arezzo (Cortona, Cavriglia, Montevarchi e Bucine, salvo altre).

La scelta è semplice. Il turismo e la cultura possono diventare realmente fattori di sviluppo economico? Se la risposta è si, allora bisogna investire. E la tassa di soggiorno è, oggi, uno strumento irrinunciabile.

Confermo che i proventi saranno esclusivamente destinati alla promozione turistica e che i relativi progetti saranno messi a punto ed attuati in collaborazione con gli operatori del settore e le loro associazioni di categoria.

Confido che queste argomentazioni possano contribuire a rendere più sereno il confronto e a far convergere gli sforzi di tutti non verso una stasi paralizzante ma nella direzione di una nuova progettualità che renda turismo e cultura davvero le chiavi di volta di un nuovo sviluppo di Arezzo.