Home Nazionale Federico Gargallo: “I classici a Siracusa sono in scena grazie a mio nonno”

Federico Gargallo: “I classici a Siracusa sono in scena grazie a mio nonno”

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Roma Cento anni fa nascevano le rappresentazioni classiche di Siracusa per iniziativa di un aristocratico colto, appassionato, uno degli ultimi mecenati moderni, Mario Tommaso Gargallo, come lo furono in Italia Peggy Guggenheim, il conte Giuseppe Panza di Biumo, il barone e collezionista Giorgio Franchetti, Lelia e Marguerite Caetani Lovatelli.
Sino al 22 giugno si svolgerà al Teatro Greco la storica manifestazione, grazie al sostegno organizzativo dell’Istituto del Dramma Antico (VIDEO). In programma l’ ‘Agamennone’ di Eschilo diretto da Luca de Fusco con Elisabetta Pozzi, Massimo Venturiello, Mariano Rigillo nei ruoli protagonisti; ‘Coefore-Eumenidi’ allestite da Daniele Salvo; ‘Le Vespe’ di Aristofane affidate alla regia di Mauro Avogadro.
Teatro greco – Il ricordo dell’avventura umana e culturale di Gargallo è vivo nelle parole del nipote, Federico, storico e studioso, erede spirituale dell’aristocratico siciliano. “Quando mio nonno decise di fondare le rappresentazioni classiche, con un gruppo di amici e parenti, nel 1913 aveva solo 25 anni – racconta all’AdnKronos – aveva avuto la grande fortuna di assistere alle rappresentazioni classiche nei teatri romani di Fiesole e di Nimes. La sua idea era molto semplice e rivoluzionaria: portare, a Siracusa, nel più grande teatro greco della Magna Grecia le rappresentazioni classiche. Lo poté fare – scherza Federico Gargallo – grazie ad una fortuna sfacciata, ad una ‘abominevole’ ricchezza”.
“Fu lui, infatti, a finanziare personalmente tutta la manifestazione. Mio nonno scoprì anche di possedere straordinarie doti imprenditoriali -prosegue il nipote – in un’epoca dove chi proveniva da famiglie molto ricche spendeva, spandeva, spesso dissipava”. L’avventura iniziò grazie alla collaborazione e al sostegno del fratello, ma soprattutto all’amicizia con l’allora sovrintendente di Siracusa Paolo Rossi, uno dei padri dell’archeologia moderna, e con Ettore Romagnoli, grande grecista.
Duilio Cambellotti – “Tra i due – ricorda – si creò una partnership felice, ma non sempre facile. Mio nonno aveva una straordinaria conoscenza delle arti, del mondo antico e contemporaneo, un fiuto per gli artisti emergenti. Fu proprio mio nonno a portare a Siracusa Duilio Cambellotti, alla quale affidò l’allestimento delle scenografie e la creazione dei costumi per alcuni spettacoli, come oggi accade per Arnaldo Pomodoro”.
‘Educare’ il pubblico – Obiettivo di Mario Tommaso Gargallo, autore tra l’altro del volume ‘Per il Teatro Greco’ (pubblicato da A. F. Formiggini nel 1934 e ristampato per le celebrazioni del centenario delle Rappresentazioni classiche di Siracusa) e amico di Gabriele D’Annunzio e Pirandello, era quello di ‘educare’ il pubblico, farsi promotore di cultura, aperta a tutti, democratica, transfrontaliera. “Un secolo fa – ricorda il nipote del conte Gargallo – andavano tutti a teatro. Era una normale consuetudine’’.
“Non c’era bisogno di aver studiato in un liceo classico. Anche i contadini, i mezzadri, coloro che lavoravano nei campi, la sera andavano a teatro -prosegue – mio nonno, attraverso le rappresentazioni classiche, aveva trasmesso quel senso di orgoglio e di appartenenza ad una città, ad una cultura. Quello che ancor oggi non hanno capito i nostri politici”.
Aggiunge il giovane storico e studioso che “fu proprio questa la grande intuizione di mio nonno. Oltre un secolo fa capì che la cultura poteva trasformarsi in forza imprenditoriale ed economica. Non è vero che con la cultura non si mangia come affermò, qualche anno fa, uno dei nostri uomini di governo. La cultura paga e offre opportunità”.
Siracusa – “Mio nonno, ma anche molti amministratori locali – afferma ancora Federico Gargallo – erano molto più avanti di oggi, oltre un secolo fa. E se nel 1913 in molti seguirono il conte Gargallo in questa avventura, non lo fecero sicuramente per i suoi soldi ma perché compresero la grandezza e l’importanza di questa sfida, non solo per Siracusa, ma per tutta la Sicilia, per il nostro Paese”. Federico Gargallo, accanto alla famiglia, continua a rappresentare l’illustre antenato, una eredità morale che si porta dentro con i suoi fratelli, Tommaso, Filippo, i nipoti, partecipando come ogni anno alle rappresentazioni classiche, ma anche ai convegni e alle tavole rotonde promosse dall’Inda.
‘Agamennone’ di Eschilo – “Ogni anno un’esperienza unica, sublime. Quest’anno all’apertura della manifestazione con l’‘Agamennone’ di Eschilo non c’era soltanto un pubblico colto, ma molti giovani incantati nell’ascoltare quelle voci, quelle musiche, soprattutto quel silenzio di oltre ottomila spettatori – ricorda ancora – l’eterno fascino della bellezza, apprezzata, condivisa, partecipata. Fu proprio questa la grande intuizione di mio nonno. Rappresentare le tragedia antiche oggi con le stesse emozioni, le stesse suggestioni che proprio in quel teatro le opere di Eschilo suscitavano quasi duemila e cinquecento anni fa”.
Cava di pietra – Federico Gargallo sottolinea poi il grande lavoro svolto dall’attuale commissario straordinario della Fondazione Inda, Alessandro Giacchetti, e dal giovane sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, con i quali la famiglia Gargallo continua ad avere rapporti di profonda collaborazione. “Del resto – ricorda il giovane storico – il Teatro Greco è appartenuto ‘fisicamente’ alla mia famiglia, era di proprietà dei Gargallo. Fino al 1700 era diventato una cava di pietra. Furono un altro mio antenato, anche lui un Tommaso, e il conte Cesare Gaetani che compresero che quello spazio andava salvaguardato, protetto, rilanciato, non distrutto. ‘Un teatro – come scrisse mio nonno nella prefazione al suo libro ‘Per il Teatro Greco’ – il più antico e massimo che sia in Italia e dell’arte drammatica, di cui volli il risveglio, amato dai siracusani, anche un secolo addietro, per le glorie della loro città’”.