Home Nazionale Fisco: Federvini, con aumenti accise su spiriti a rischio 6.700 posti

Fisco: Federvini, con aumenti accise su spiriti a rischio 6.700 posti

0

Roma, 2 ott. (AdnKronos) – Gli aumenti delle accise sugli spiriti adottati per finanziare voci disparate della spesa pubblica, “sono una minaccia reale per la tenuta di un segmento del made in Italy molto importante e apprezzato nel mondo”. A lanciare l’allarme è Federvini, Federazione italiana industriali produttori, esportatori e importatori di vini, acqueviti, liquori, sciroppi, aceto ed affini.
“Il rischio che il gettito generato sia di molto inferiore alle attese e soprattutto che il prezzo da pagare in termini occupazionali e di capacità di sopravvivenza del comparto sia pesante, è reale” sottolinea la Federvini.
Con gli incrementi di accisa sugli spiriti che raggiungeranno quota +30% a gennaio 2015, l’impatto di questa manovra sul fronte occupazionale comporterebbe il taglio di oltre 6.700 posti di lavoro, indebolendo gravemente un settore produttivo che esprime alcune eccellenze regionali molto famose al mondo, dalla Grappa al Limoncello, dagli Amari alla Sambuca, dal Nocino di Modena al Mirto di Sardegna.
E’ questo il paradossale scenario che emerge da uno studio condotto da Trade Lab per Federvini per stimare gli effetti sulla filiera degli spiriti degli aumenti di imposizione fiscale già adottati alla fine del 2013, all’inizio del 2014 e ora in attesa di ulteriore incremento a gennaio 2015.
Secondo Trade Lab, in un mercato che già mostra una variazione tendenziale media delle vendite pari al -3,7% a volume e -1,4% a valore, il maggior gettito ipoteticamente generato dalla crescita delle accise al 30% risulterebbe neutralizzato dagli effetti derivanti da un’ulteriore contrazione delle vendite pari al -9,4% a volume, con circa 23 milioni di litri persi.
Con questa accelerazione nel calo dei consumi l’impatto delle accise sul bilancio pubblico sarebbe nullo, con un saldo netto delle entrate fiscali pari a -2,8 milioni di euro: le maggiori entrate originate nel breve termine dalle accise verrebbero infatti interamente compensate dai minori introiti derivanti da tasse sulle imprese e sul lavoro legati alla perdita dei posti di lavoro. La filiera degli spiriti in Italia, insieme a quella dei vini, conta più di 340mila strutture produttive e da’ lavoro a tempo pieno a 332.500 addetti. La filiera allargata occupa 1,2 milioni di addetti, che direttamente o meno sono collegati alla catena della produzione e commercializzazione. Il valore della produzione è stimato in circa 25 miliardi di euro e genera entrate fiscali e contributive pari a 8,5 miliardi.