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Fondazione Bellisario: economia positiva nuova frontiera crescita

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Roma, 30 set. (Labitalia) – “L’economia positiva è la nuova frontiera della crescita del nostro paese”. A dirlo Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, intervenendo al convegno ‘Leadership etica: presente e futuro’, che si è svolto ieri sera a Roma, moderato dalla conduttrice televisiva Lorena Bianchetti. “Il momento che stiamo vivendo – spiega Lella Golfo – è tragico e all’orizzonte non si vedono segnali di ripresa. Bisogna attrezzarsi perché dobbiamo trovare nuovi strumenti, anche finanziari”.
Ripercorrendo poi l’impegno a favore delle donne e della società della Fondazione nel corso degli anni, Lella Golfo sottolinea che “bisogna rimettere al centro della società, politica ed economica, l’etica: un leader etico lavora infatti per il bene comune e non per il suo elettorato”.
“Abbiamo bisogno di ripensare -afferma Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano- i nostri modelli economici e sociali. L’economia positiva pensa a realizzare i cosiddetti indici di positività economica. Il concetto di Pil impatta in maniera concreta sul sistema paese. L’obiettivo è che le imprese possano pensare in una logica di lungo periodo, investendo in progetti che abbiano orizzonti temporali lunghi a favore delle generazioni future e dell’ambiente”. Ma tutto ciò, per Letizia Moratti, “richiede un impegno delle autorità”.
Ma l’economia positiva parte anche da una comunicazione positiva. Ne è convinto Marco Tarquinio, direttore di ‘Avvenire’: “Bisogna mettere al centro – sottolinea – i protagonisti positivi del paese. L’Italia, a livello europeo, è il paese che ‘strabatte’ tutti per le notizie di cronaca nera, costruendo un immaginario collettivo negativo. Gli esempi di economia positiva – rimarca Tarquinio – non mancano, eppure stiamo inserendo nel nostro Pil anche la cronaca nera, come contrabbando, traffico di stupefacenti e prostituzione. Perché allora – si chiede – non consideriamo il volontariato?”.
L’economia positiva, è stato chiarito nel corso del convegno, è anche etica dei comportamenti, anche se, chiarisce Imelde Bronzieri, imprenditrice, “le buone azioni non hanno cittadinanza mediatica”. “Per me, etica ed estetica – sostiene – vanno di pari passo. Per questo, ho creato l’Osservatorio sull’immagine dei minori, ovvero un laboratorio sull’etica nel nostro lavoro”.
L’etica, dunque, sposa anche gli affari; un concetto, questo, ribadito dall’economista Emanuele D’Innella: “Con la mia esperienza ho verificato – dice – che con l’etica si incrementa la qualità del prodotto-servizio e i suoi redditi”.
Per Michel Martone, giuslavorista e già viceministro del Lavoro nel governo Monti, “l’etica dovrebbe funzionare anche nel mondo del lavoro, ma non è stato così”. “Tuttavia – avverte – l’etica è l’unica via d’uscita che ci è rimasta. Mi riferisco al senso della leadership che è l’attenzione di guardare all’altro”.
“L’etica, a volte, fa rima con la politica – ricorda Pietro Lanfranco, componente della commissione Finanze della Camera – ma a volte no. L’unico modo con cui la politica può recuperare autorevolezza e fiducia dei cittadini è l’essere capaci di far prevalere l’interesse generale su quello particolare. Non dimentichiamo che stanno cercando di farlo anche gli imprenditori”.
Per avere un leader etico puro, per Chiara Gambino, psicologa, “bisogna possedere caratteristiche legate al senso di giustizia e alla cooperazione e bisogna conoscere bene se stessi”. “Il leader etico – precisa – deve dunque conoscere i propri limiti e se ci sono fattori predisponenti all’etica sono da ricercare all’interno della propria storia di vita”.