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Franco Marinoni sull’addio di Raul Barbieri ad Arezzo Fiere e Congressi

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“Dopo l’addio di Raul Barbieri alla direzione di Arezzo Fiere e Congressi, non possiamo che esprimere la nostra preoccupazione. Invitiamo chi di dovere a fare di tutto perché sia individuato un sostituto di adeguato livello professionale. Per le attività economiche che noi rappresentiamo, in primo luogo le strutture ricettive, gli alberghi ma anche l’intero sistema della distribuzione, è fondamentale non rinunciare alle importanti ricadute economiche che un’intensa attività fieristica, congressuale o comunque la realizzazione di eventi possono produrre sul territorio.

Non ci interessa entrare nel merito dell’operato di Barbieri. Se ha fatto bene o male, se è un professionista di valore o meno, lo decide il mercato. Quello stesso mercato che lo ha contattato, preso e portato altrove a fare, con una retribuzione migliore, lo stesso lavoro che svolgeva ad Arezzo.

È innegabile comunque –lo dicono i numeri- che con la gestione Barbieri la quantità e la qualità delle iniziative proposte dal polo fieristico aretino siano cresciute in maniera esponenziale. È quindi indispensabile che il successore di Barbieri abbia le carte in regola per proseguire su questa strada, anche alla luce delle enormi potenzialità che il “contenitore” Arezzo Fiere e Congressi può esprimere, soprattutto dopo il suo grande ampliamento.

I risultati dell’attività del futuro management dovranno continuare ad essere tali da giustificare l’enorme investimento fatto a suo tempo dalla città per potenziare la superficie espositiva e lo standard dei servizi di Arezzo Fiere e Congressi. Inutile adesso tornare a discutere sull’opportunità e sull’adeguatezza di quell’investimento, che forse a suo tempo andava valutato con più attenzione. Ormai è stato fatto e Arezzo si trova oggi ad avere una macchina straordinaria e impegnativa, che non può essere affidata nelle mani di un pilota non adeguato.

Riteniamo pertanto che, nella selezione dei candidati alla successione di Barbieri, non si debba andare verso soluzioni di basso livello e inadatte, perché la struttura, l’investimento fatto, il territorio e le aspettative delle aziende aretine meritano un livello professionale all’altezza. Da Raul Barbieri in su”.