Roma, 4 nov. (AdnKronos) – “O si riesce a mantenere l’impegno di budget, che per noi è di 600 milioni di euro, o ridurremo la nostra partecipazione e potremmo valutare anche una nostra uscita”. Ad affermarlo, nel corso della sua audizione in Commissione Industria del Senato, è l’ad di Eni, Claudio Descalzi in merito al progetto di gasdotto South Stream. Il gruppo petrolifero italiano detiene una quota del 20% nel progetto.
“E’ chiaro – sottolinea Descalzi – che South Stream ha una sua valenza e un suo valore. Per quanto ci riguarda il progetto andava finanziato al 70% dal project financing e al 30% di equity. La nostra esposizione è di 600 milioni di euro”. I problemi con la Russia e l’Ucraina fanno sì che la società South Stream “fa un po’ fatica a trovare finanziamenti. Se non ci fosse un finanziamento, tutti dovrebbero partecipare, per circa 2,4 miliardi di euro. Stiamo discutendo con Gazprom per trovare un finanziamento o ridurre la nostra partecipazione. L’obiettivo di Eni è quello di non spendere più di quello che abbiamo messo in budget”.
Se trovare un finanziamento o diluirci non sarà possibile, aggiunge Descalzi, “potremmo anche uscire dal progetto. Abbiamo questa opportunità contrattuale. Valuteremo”. “La nostra uscita eventuale, comunque, non metterebbe in pericolo South Stream e non ci saranno problemi per Saipem che ha un contratto e che sta già lavorando. Saipem – ha ricordato – ha un contratto solido ed è difficile poterla sostituire”. Anche per quanto riguarda gli approvvigionamenti non ci sarebbero problemi: “Abbiamo già un contratto per il gas che passerà attraverso South Stream”. Quindi, conclude Descalzi, “o riusciremo a mantenere il nostro impegno di budget o valuteremo il da farsi”.