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Giostra del Saracino: 1948 la ripresa dopo la guerra

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Giostra del Saracino: 1948 la ripresa dopo la guerra

La seconda Guerra Mondiale è terminata da 3 anni. La ricostruzione dell’Italia procede. In alcune realtà più lentamente in altre, ed Arezzo è tra queste, in maniera più spedita. Si cerca ovunque di dimenticare gli orrori della Guerra ma è impresa ardua, è passato ancora troppo poco tempo e molte ferite sono ancora aperte. Tutte le famiglie hanno subito distruzioni e lutti. Il 1° gennaio è entrata in vigore in Italia la Costituzione Repubblicana mentre il 30 dello stesso mese a Nuova Delhi, in India, viene assassinato Ghandi, il profeta della non violenza.

Il 18 Aprile si tengono le elezioni Politiche e la Democrazia Cristiana di De Gasperi ottiene il 49% dei voti e la maggioranza assoluta dei seggi. Il 14 maggio il Consiglio Nazionale Ebraico proclama, a Tel Aviv lo stato di Israele ed ha inizio la guerra che coinvolgerà Israele stessa, Egitto, Siria, Libano e Giordania. Il 14 luglio Palmiro Togliatti, leader del Partito Comunista, viene gravemente ferito in un attentato e l’Italia è sull’orlo di una sollevazione popolare dalle conseguenze imprevedibili. Il giorno successivo Gino Bartali vince un’incredibile tappa al Tour de France recuperando il ritardo di 22′ ed indossando la maglia gialla che porterà sino a Parigi. Leggenda vuole, che questa vittoria plachi gli animi e scongiuri la temuta guerra civile.

Ad Arezzo in quell’estate si gettano le basi per la ripresa della Giostra o meglio, come scrive Carlo Dissennati nel suo libro “Le mille lance del Saracino”, “Al primo gruppo di volenterosi ….. fa capo la responsabilità di indire . . . una giostra e conseguentemente di affrontare la nuova psicologia aretina. Solo in campo ….. sarà possibile accertare … e valutare l’effetto che avrà sul pubblico la ripresa della vecchia tradizione”. Tradizione che, non va dimenticato, fu “riscoperta” durante il ventennio fascista in un ottica di ricerca di tradizioni storiche che magnificassero l’italianità. Ma gli aretini dimostrano da subito di avere assorbito nel loro DNA la Giostra del Saracino ed in due mesi si mettono le bassi per tornare a sfidarsi in Piazza Grande. E’ così che il 12 settembre i Quartieri tornano in Piazza e lo faranno ininterrottamente sino ai giorni nostri. Momenti difficili, negli anni, si verificheranno più volte e la Giostra rischierà di fermarsi, questa volta forse per sempre, in altre occasioni. Ma la grande passione degli aretini e, soprattutto, dei dirigenti dei quartieri che si sono succeduti negli anni, hanno scongiurato questa eventualità. La prima difficoltà, quella che forse più delle altre ha messo a rischio la prosecuzione della manifestazione, si verificò già nell’estate del ’49 con la contestatissima trasferta a Roma per la Festa nazionale dell’Unità (organo d’informazione del Partito Comunista Italiano). Ma anche questa prova fu superata e, come detto, la continuità garantita.

Ma torniamo in Piazza Grande per la 19^ edizione della Giostra. Ordine delle carriere: Porta Santo Spirito, Porta del Foro, Porta Crucifera e Porta Sant’Andrea. I giallo blu partono subito con un buon 4 ottenuto da Neri a cui replica Bruno Gori per i giallo cremisi. Le lance di Azelio Mugnai e Pietro Severi, rispettivamente Porta Crucifera e Sant’Andrea si fermano invece sul tre. Seconda tornata. Donato Gallorini “Donatino” emula il compagno e Porta Santo Spirito si attesta ad 8 punti. La cosa non riesce ad Antonio Martini che marca solo tre punti sancendo l’uscita di scena di Porta del Foro. Il due di Arturo Vannozzi (Porta Crucifera) ed il tre marcato da Ivo Bottacci (Sant’Andrea) non cambiano le sorti dei loro quartieri e consegnano la vittoria a Porta Santo Spirito che iscrive il suo nome nell’Albo d’Oro per la settima volta.