Sollecitata dai pazienti, è stata l’Ail Federico Luzzi a tirare le fila di questa iniziativa per ricordare il tennista scomparso 6 anni fa
AREZZO – 8 grandi quadri ad abbellire e a rendere più gradevoli gli spazi comuni del reparto di ematologia dell’ospedale San Donato.
Sobria ma sentita cerimonia stamani per presentarli e per sottolineare il valore dell’iniziativa.
L’ha sostenuta con forza la Ail Arezzo – Federico Luzzi Onlus. “Nel sesto anno dalla sua scomparsa – ha sottolinea Paola Cesaroni, madre del tennista – il modo migliore per ricordare Federico è trovare ogni occasione che consenta ai pazienti di questo reparto di vivere meglio la loro condizione”.
La “cromoterapia – ha sottolineato l’assessore alla sanità del Comune di Arezzo Marcello Caremani, storico direttore delle Malattie Infettive – è una vera e propria forma complementare di cura. Questo reparto da quando è stato aperto 15 anni fa, ha curato sempre l’aspetto relazionale anche con l’utilizzo dei colori, dalle pareti ai pavimenti, dagli infissi fino agli arredi”.
Mancavamo per l’appunto solo i quadri. E a sollecitare questa iniziativa è stata una paziente, la professoressa Rosetta Roselli, che ha lanciato l’idea durante il suo non breve ricovero. “Creare ambienti più confortevoli – ha ribadito – per noi pazienti non è un aspetto secondario”.
Grande la soddisfazione dell’attuale responsabile del reparto, Ubaldo Occhini, che ha evidenziato l’importanza anche per tutto il personale di poter operare in ambienti accoglienti, gradevoli e confortevoli.
Autori di questi otto quadri, i partner ormai “stabili” dell’ospedale: i ragazzi del Liceo Artistico, Coreutico e Scientifico Internazionale Piero della Francesca. “Come migliorare gli ambienti sanitari – spiega il professor Agostino Fabbri – è diventata per noi materia di studio. Per i nostri allievi è fondamentale sperimentare e studiare le esigenze concrete di vita in certi spazi e realizzare opere artistiche adeguate e mirate. Anche nel caso dell’Ematologia sono state compiute ricerche sui colori, sulle esigenze di pazienti e operatori e sui luoghi in cui sarebbero state esposte queste realizzazioni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la nostra maggiore soddisfazione è cogliere l’apprezzamento di chi vive per lavoro o come paziente, ma anche come visitatore, questo importantissimo reparto ospedaliero”.