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Il grido di allarme delle discoteche: “l’abusivismo ci strangola”

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Il grido di allarme delle discoteche: “l’abusivismo ci strangola”
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Riuniti presso la sede della Confcommercio, i gestori dei locali avanzano un elenco di richieste agli organi di controllo e alle istituzioni. “La concorrenza non ci spaventa, purché sia leale. Invece pullulano locali non a norma dove si offrono attività di intrattenimento”. Il presidente Lanini: “sulla sicurezza dei nostri giovani non si scherza né si può transigere, neppure in tempi di crisi”. Il direttore Marinoni anticipa: “Il 26 novembre la mobilitazione generale di Confcommercio sui temi della legalità”.

“Ormai si balla ovunque”: è questo il ritornello che sempre di più risuona tra i gestori delle discoteche aretine. E non è motivo di gioia, tutt’altro, perché si stanno moltiplicando a dismisura luoghi ed eventi dove far ballare il pubblico non sarebbe consentito. Prima di tutto per motivi legati alla sicurezza, poi anche per ragioni fiscali.

Non è più possibile andare avanti così”, dicono i titolari dei locali da ballo, che si riconoscono tutti nella Confcommercio e pertanto si sono riuniti presso la sede dell’associazione di via XXV Aprile. “Ormai abusivismo è diventata la parola d’ordine nell’intrattenimento. A noi sono richieste regole rigidissime per aprire le discoteche, mentre a margine stanno proliferando sale, feste private e circoli dove tutti si improvvisano aggirando le leggi. Non è solo questione di difendere i nostri interessi: non vorremmo che il fenomeno fosse preso sotto gamba fino a che non succederà qualcosa di grave…”.

Una struttura non autorizzata ad accogliere musica e balli, infatti, non dà garanzie in merito alla sicurezza degli utenti. “Sistema antincendio, materiale ignifugo, porte e vie di fuga, sistemi di aspirazione, verifiche statiche sono solo alcuni dei requisiti essenziali per l’incolumità dei frequentatori, senza contare i rilievi sull’acustica, la presenza di personale adeguatamente preparato che possa vigilare su ordine e sicurezza in qualsiasi momento”, dicono gli operatori di Silb Confcommercio.

I dati  nazionali parlano ormai di un 40% degli intrattenimenti da ballo effettuati al di fuori dei canali consentiti, per un fatturato totale che raggiunge la cifra esorbitante di circa 900 milioni di euro. Tutti rigorosamente “al nero”.

Noi non temiamo la concorrenza di altri locali, purché sia leale e questa non lo è, anche in termini fiscali”, fa presente il presidente del Silb Confcommercio aretino Stefano Lanini, “mantenere i nostri locali in efficienza significa fare investimenti continui che garantiscano la qualità dell’intrattenimento e la sicurezza dei nostri clienti e vogliamo – lo chiede la legge – che ovunque si balli ci siano le stesse regole”, dichiara Lanini lanciando un appello alle istituzioni. “Chiediamo alle istituzioni un impegno forte perché ci aiutino a contenere questo fenomeno. Mettiamo a disposizione tutta la nostra esperienza per operare in sinergia e garantire assieme la sicurezza delle notti aretine”.

I gestori hanno quindi deciso di passare al contrattacco, segnalando le attività abusive e chiedendo la collaborazione degli organi di controllo per garantire il rispetto delle regole. “Spesso il problema è anche la scarsa conoscenza delle regole da parte dei gestori e di chi li assiste”, sottolinea il presidente Lanini, “per poter ballare regolarmente all’interno di un locale bisogna averne verificato e provato l’idoneità con un iter burocratico tutt’altro che banale. Sulla sicurezza dei nostri giovani non si scherza né si può transigere, neppure in tempi di crisi”.

Per il 26 novembre la Confcommercio ha organizzato una grande mobilitazione sulla legalità”, chiosa a questo proposito il direttore regionale della Confcommercio Franco Marinoni, “il tema denunciato dai nostri gestori dei locali da ballo rientra pienamente tra le questioni che noi intendiamo porre all’attenzione delle istituzioni, in particolare quelle preposte al controllo del rispetto delle normative vigenti in termini di sicurezza e prevenzione”.

“Legalità mi piace”, questo il nome dell’iniziativa della Confcommercio giunta quest’anno alla sua seconda edizione, vede la mobilitazione di tutta la categoria degli operatori del terziario e l’attenta, come di consueto, disponibilità delle autorità competenti”, conclude Marinoni.