Home Cronaca Hirst: la protesta dei cittadini e associazioni verso un arte che legittima la violenza

Hirst: la protesta dei cittadini e associazioni verso un arte che legittima la violenza

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Come già dichiarato nella lettera aperta al
Sindaco le associazioni aretine per la protezione animali ENPA, LAV,
OIPA, LEAL e WWF si dicono stupite che in una città come Arezzo, dove
esiste un regolamento per la Tutela e Benessere Animali
all’avanguardia appena approvato, si espongano opere che sono in
aperta contraddizione con il regolamento e con il suo scopo principale
di sensibilizzare al rispetto di tutti gli animali.
La crescente sensibilità del tessuto sociale riguardo gli animali ha
fatto sì che Arezzo arrivasse tra le prime città in Italia a
guadagnarsi il premio Città Animal Friendly consegnato a Milano dal
Ministero Dell’Ambiente e tale sensibilità è stata confermata anche in questi giorni con le migliaia di firme raccolte dai cittadini contrari alla siffusione di opere che usano gli animali.
«Per questi motivi non condividiamo la decisione di esporre le
“discutibili” opere di Damien Hirst – spiegano i portavoce delle
associazioni – che promuovono una cultura antropocentrica dove
l’animale ridotto a “cosa” può essere usato a proprio piacimento,
senza alcun limite, schernendolo non solo in vita, ma anche dopo la
sua morte.»
Farfalle, squali, mucche, capre sono improvvisamente oggetti d’arte a
disposizione dell’uomo.
La Tate Gallery di Londra riporta come siano state sacrificate 9.000
farfalle in 23 settimane per un’opera di Hirst. Rinchiuse in una
stanza umida farfalle nascono su una tela bianca, volano e alla fine
muoiono davanti ai visitatori nella istallazione che ha tanto
sconvolto Londra.
Per tali motivi Hirst nel Regno Unito è stato accusato di
maltrattamento animali ed è stato oggetto di pesanti proteste.

«Usare gli animali per uno scopo economico o di celebrità è metodo che
ci ripugna – ribadiscono ENPA, LAV, OIPA, LEAL e WWF  – ci indigniamo
per la mancanza di rispetto che viene evidenziata.»

Alle nostre proteste si uniscono quelle di altre associazioni e di
cittadini comuni che si sentono offesi nel loro comune sentire. Il
valore diseducativo delle sue opere è altissimo. In nome dell’arte non
si può giustificare qualsiasi gesto che sia fatto da “artisti” come
Hirst, Cattelan o Fabre, altri nomi molto discussi per le loro opere
con l’utilizzo di animali veri.
Sul valore dell'”arte” di Hirst non sono le associazioni ad esprimersi
ma l’affermazione che sia “artista assoluto”, affermata da Macrì,
suona in netto contrasto con l’opinione di molti critici d’arte tra
cui  Robert Hughes,  per decenni critico di Time  che lo considerava
“il più grande critico al mondo”. Hughes nell’ultima polemica contro
Hirst si espresse in questi termini: «Non è un miracolo che si possa
produrre tanto denaro con tanta scarsa abilità?» e aggiunse: «lo
squalo più sopravvalutato al mondo». ”

Arezzo, città colma di tesori dell’Arte invidiati nel mondo, non aveva
certo bisogno di questo per farsi conoscere in Italia e nel mondo.
«Sapevamo che la decisione di invitare Hirst ad esporre poteva essere
una provocazione a scopo pubblicitario, ciononostante noi associazioni
in difesa dei diritti animali insieme a tanti cittadini aretini, pur
consapevoli di accendere i riflettori sull’avvenimento, ci siamo
espressi spinti dai principi morali a cui ci ispiriamo. Abbiamo
sperato che la decisione provocatoria di esporre tali opere dipendesse
solo dalla volontà dell’assessore Macrì ed abbiamo chiesto le sue
dimissioni. Visto che non abbiamo avuto nessuna comunicazione da parte
del  Sindaco e Giunta che non si sono dissociati, adesso dobbiamo dire
che il nostro dissenso investe l’intera amministrazione. Ma speriamo
ancora che il Sindaco voglia convocarci per avere un chiarimento
riguardo l’accaduto.»

Coordinamento aretino ENPA, LAV, OIPA, LEAL e WWF