Home Nazionale I 200 anni della locomotiva a vapore, madre di tutti i treni

I 200 anni della locomotiva a vapore, madre di tutti i treni

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Roma, 23 nov. (AdnKronos) – Un treno che ‘vola’ a 500 chilometri orari sfrecciando a qualche centimetro sopra le rotaie, come quello a levitazione magnetica testato in Giappone appena qualche giorno fa. Nemmeno la fervida immaginazione del suo contemporaneo Jules Verne avrebbe potuto spingere, due secoli fa, George Stephenson a sognare un simile prodigio di tecnica e meccanica. Eppure, senza l’intuizione del padre della locomotiva a vapore, ingegnere autodidatta, oggi non esisterebbero i treni superveloci.
Cresciuto nel cuore della prima rivoluzione industriale, nel 1802 Stephenson viene assunto nella società mineraria dove lavora il padre come manutentore delle gallerie e dei macchinari per l’estrazione minerale. Sarà il suo impiego per dieci anni, durante i quali si appassiona alla meccanica e approfondisce le sue conoscenze sui motori a vapore.
Una passione che presto lo porta a smettere di operarli come ferri del mestiere per cominciare a costruirli, fino a realizzare, nel 1814, ‘Blucher’, un motore semovente capace di trasportare fino a 30 tonnellate di carbone in un solo carico. Nasce la prima locomotiva a vapore che resta saldamente ancorata alle rotaie grazie ad un sistema di ruote flangiate che ne assicurano l’adesione ai binari. Nei cinque anni successivi Stephenson realizza altre 16 locomotive a vapore. La sua invenzione, come un treno in corsa, percorrerà velocemente la strada dell’evoluzione, fino ad arrivare, due secoli dopo al convoglio da 500 chilometri all’ora.