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Icastica 2014: torna l’arte contemporanea – FOTO

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Icastica 2014: torna l’arte contemporanea – FOTO

Icastica al via. Stamani preview per i media e domani inaugurazione ufficiale. Appuntamento alla ore 16 nella Sala Vasariana con ingresso dal numero 6 di piazza del Praticino.

La rassegna di arti contemporanee taglia il nastro della sezione dedicata alle arti figurative con la consueta formula itinerante racchiusa in un percorso che tocca i luoghi più belli, all’aperto e al chiuso, del centro storico di Arezzo. Tema del 2014: la rinascita.

Parte dell’itinerario è visitabile gratuitamente a eccezione delle seguenti sedi espositive non comunali, in cui è previsto un biglietto: Basilica di S. Francesco, dal lunedì alla domenica 8,30-12 / 14-18,30. Museo Archeologico Statale Mecenate, dal lunedì alla domenica 8,30-19,30. Museo Casa di Giorgio Vasari, dal martedì alla domenica 8,30-19. Museo Casa di Ivan Bruschi, dal martedì alla domenica 10-19. Palazzo di Fraternita, dal lunedì al giovedì 10,30-16,30 e dal venerdì alla domenica 10-19.

Ecco gli altri luoghi di Icastica visibili gratuitamente: il clou ovviamente è alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Piazza San Francesco, aperta dal giovedì alla domenica e i festivi 10-13 / 16-20. Poi ci sono Palazzo Chianini-Vincenzi in via Cesalpino, dal giovedì alla domenica e festivi 10-13 / 16-20. La sala Sant’Ignazio di via Carducci, dal giovedì alla domenica e festivi 10-13 / 16-20. Il sottosagrato della basilica di San Francesco dal giovedì alla domenica e festivi 10-13 / 16-20. Il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna: dal 1 giugno al 30 settembre dal martedì alla domenica 14,15-19,45 e dal 1 ottobre al 31 ottobre dal martedì alla domenica 8,30-19,30. Palazzo Lambardi in Corso Italia apre dal giovedì alla domenica e festivi 10-13 / 16-20 mentre Grace Gallery in via Cavour e Nero Design in Piazza San Francesco espongono opera in vetrina.

Ecco alcune opere di Icastica 2014:

1) Bronzetto di portatore d’acqua, IV sec.-I sec., courtesy Museo Guarnacci di Volterra. Opera esposta presso la Galleria Comunale di Arte Contemporanea.

2) Javier Marin, Cabeza de mujer, 1999, courtesy the artist and Barbara Paci Art Gallery di Pietrasanta. Opera esposta in Piazza San Michele.

Javier Marin è nato a Michoacan (Messico) nel 1962. Vive e lavora a Città del Messico dal 1970. Ha studiato alla Scuola Nazionale di Arti Visive (Accademia di S. Carlo) e dal  1980 al 1983 alla Scuola Nazionale di Arti Plastiche dell’Università Nazionale Autonoma del Messico. Ha una grande carriera alle spalle che lo ha visto partecipe a più di 40 esposizioni individuali e 200 collettive ed esposizioni internazionali. I soggetti scultorei dell’artista sono vere e proprie presenze, che si espandono nello spazio, vivono di un senso di allungamento nonostante sembrino combattere contro una forza difficile da vincere e dalla quale sono trattenute. La resa di certi dettagli, come capelli e barbe, rende il senso del movimento del vento e suggerisce un moto più ampio, più dinamico, più vivo, simile a quello di un essere vivente.

3) Calco di gruppo scheletrico (dal fornice 12), foto di Giorgio Massimo, 2014, courtesy Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano, Stabia. Opera esposta presso la Galleria Comunale di Arte Contemporanea.

4) Esperimento di manutenzione urbana, site specific for Icastica 2014, Studio Afa di Parma, courtesy Umberto Guareschi, Luigi Pizzuti, Sonia Valente. Opera esposta in via Roma.

5) Reperti alluvionati, Firenze, 1966, courtesy Soprintendenza Archeologica Toscana. Opera esposta presso la Galleria Comunale di Arte Contemporanea.

6) Sarcofago e mummia di Telesforo, Tebe, 179-180 d.C., courtesy Museo Egizio di Firenze. Opera esposta presso la Galleria Comunale di Arte Contemporanea.

7) Costas Varotsos, Spiral, 1998, courtesy the artist and Giorgio Persano Gallery di Torino. Opera esposta presso il Museo di Arte Medievale e Moderna.

Costas Varotsos è nato ad Atene nel 1955 e si è trasferito prima a Roma dove si è diplomato all’Accademia di Belle Arti e poi in Abruzzo dove ha frequentato la facoltà di architettura di Pescara. Nel 1982 rientra in Grecia dove realizza i primi lavori di livello internazionale. Nel 1990 ha vinto una borsa di studio Fullbright per una attività di studio di un anno a New York. Nel 1999 viene nominato professore alla Università Aristotele di Salonicco, la più grande università greca. I materiali che impiega Varotsos nella realizzazione delle sue opere sono il vetro, l’acciaio e la pietra.

8) Fabio Viale, Kouros, 2013, courtesy Sperone Westwater, N.Y. Opera esposta presso la Galleria Comunale di Arte Contemporanea.

Fabio Viale è nato nel 1975 a Cuneo e vive e lavora a Torino. Fabio Viale ama la scultura e ama soprattutto il marmo, quello bianco, statuario, di Carrara, col quale ha realizzato persino una barca, liberata da un solo gigantesco blocco. Già in questo lavoro era presente la volontà di portare al limite non solo le capacità d’una tecnica, ma anche la valenza espressiva insita nel materiale. Il marmo, così apparentemente pesante e inamovibile, può in realtà galleggiare e navigare veloce sull’acqua. Tutte le sculture di Viale impressionano per il virtuosismo tecnico, per la sinuosa bellezza delle superfici le cui forme, ispirate a oggetti di uso comune, ribaltano il consueto modo di guardare alle sculture marmoree.

9) Robert Barta, If you hit I hit you twice, 2013, courtesy the artist and Furini Arte Contemporanea di Arezzo. Opera esposta in esterno Piazza San Francesco.

Robert Barta è nato a Praga (Repubblica Ceca) nel 1975. Con questo giovane artista del panorama berlinese, l’arte concettuale si scrolla di dosso un peso astratto. Stranezze quasi da prestigiatore, frutto di una sana fertilità creativa e progettuale e della volontà di imbarazzare e irritare l’osservatore, stravolgendone le abitudini percettive attraverso un gioco di somiglianze e rimandi a una realtà che non sembra più la stessa.

10) Antony Gormley, Sprawl, 2010, courtesy Continua Gallery di San Gimignano, Beijing, Les Moulins. Opera esposta presso la basilica di San Francesco.

Antony Mark David Gormley è nato a Londra (Regno Unito) nel 1950. C’è chi lo considera un faro nella scena artistica contemporanea e chi chiama la polizia quando si imbatte in una sua scultura. La Tate gli ha consegnato il Turner Prize nel 1994 e la regina Elisabetta lo ha nominato cavaliere dell’Order of British Empire. Ma nel 2005 la sua installazione Another Place alla Crosby Beach di Liverpool ha causato una rivolta di pescatori e surfisti e scatenato una vera e propria battaglia politica e culturale. L’artista aveva occupato per tre chilometri la riva della spiaggia con un centinaio dei suoi Iron Men da 650 chili rivolti verso l’orizzonte. Alla fine la pubblicità e l’indotto generati dall’opera convinsero tutti a renderla permanente.

11) Barry x Ball, Envy, 2008, collezione privata Michela Rizzo Gallery di Venezia. Opera esposta presso Casa Vasari.

12) Barry x Ball, Purity, 2012, collezione privata Michela Rizzo Gallery di Venezia. Opera esposta presso Casa Vasari.

Barry x Ball è nato a Pasadena (Usa) nel 1955 e vive a New York. Ammaliato dall’ambiente barocco-rococò veneziano di Ca’ Rezzonico ha riformulato i suoi d’après mediante l’applicazione di sofisticate tecnologie, come la scansione in 3d dell’opera originaria e l’utilizzo di sempre nuovi e più svariati materiali, che l’artista sceglie con meticolosità nelle cave di tutto il mondo dove abitualmente si reca. Lavori che sono a tutti gli effetti opere prime e che fanno apprezzare l’abilità tecnico-manuale che le genera.

13) Daniel Canogar, Spider, 2008, collezione privata Mimmo Scogliamiglio Gallery di Milano. Opera esposta presso il sottosagrato di San Francesco.

Daniel Canogar è nato nel 1964, vive e lavora a Madrid. Ha studiato comunicazioni visuali alla Complutense University e ha conseguito il master in fotografia alla NYU/ICP nel 1990. Ha vinto numerosi concorsi come artista in residenza e ha fatto numerose mostre sia singole che di gruppo in tutto il mondo. L’artista ha sempre cercato di alterare i formati fotografici tradizionali. Attraverso proiezioni e installazioni reinventa la cornice fotografica investigando sul modo in cui l’identità dell’individuo rimane distorta nello spazio dello spettacolo. Alla fine degli anni novanta sviluppa un sistema di multi-proiezione utilizzando cavi di fibra ottica. Queste installazioni sono omaggi agli spettacoli fantastici di Robertson, uno scienziato belga ossessionato dagli effetti ottici.

14) Pistoletto, Terzo Paradiso 2003-1, istallazione di leggii, courtesy Continua Gallery di S. Gimignano, Beijing, Les Moulins. Opera esposta presso la sala Sant’Ignazio.

Michelangelo Pistoletto è nato a Biella nel 1933, animatore e protagonista della corrente dell’arte povera, ha iniziato nel 1947 come apprendista nella bottega del padre restauratore di quadri. Contemporaneamente ha frequentato la scuola di grafica pubblicitaria diretta da Armando Testa. Già in quegli anni ha origine la sua attività creativa nel campo della pittura che si esprime anche attraverso numerosi autoritratti, su tele preparate con imprimitura metallica e successivamente su superfici di acciaio lucidato a specchio.

15) Brigitte Zieger, The Shadow, 2014, courtesy the artist, Weigand Gallery di Berlino e Ovizemon Gallery di Parigi. Opera esposta ai giardini del Prato.

Brigitte Zieger è nata in Germania nel 1959 e vive e lavora a Parigi.

Anche l’opera di Damien Hirst The black shit è collocata alla Galleria Comunale di Arte Contemporanea. È un montone con un corno dorato racchiuso in una teca di vetro e acciaio. Hirst nato a Bristol nel 1965 (Regno Unito) ha dominato la scena artistica britannica durante gli anni novanta, portandola alla ribalta internazionale. La sua veloce ascesa in quel periodo è strettamente legata alla vicinanza e promozione da parte del collezionista e pubblicitario anglo-iracheno Charles Saatchi. La morte è il tema centrale delle sue opere: è noto soprattutto per una serie di corpi di animali, come squali tigre, pecore e mucche, imbalsamati e immersi in formaldeide. Manifesto della sua poetica è l’impossibilità fisica della morte nella mente di un vivo, consistente proprio in uno squalo tigre di oltre 4 metri posto in formaldeide dentro una vetrina. Quell’opera divenne il simbolo dell’arte britannica degli anni novanta. La vendita nel 2004 ha reso Hirst l’artista vivente più caro dopo Jasper Johns.

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