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Icastica, all’attacco anche Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale

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Pistolesi: “Una vergogna le opere di Hirst”, Buracchi: “Arezzo riparta da se stessa, senza provocazioni estere e spese inutili”
 
“L’annuncio della presenza di un’opera raccapricciante ed indecorosa che vede una pecora morta sotto formaldeide ha messo in moto ira e sdegno del popolo aretino e delle associazioni Enpa, Lav, Leal, Oipa e WWF. Nel rispetto dello ‘stato dell’arte’, della città, dei cittadini e degli animali, anche Fratelli d’Italia – AN si unisce al coro gridando: ‘No ad Damien Hirst’!”, è quanto fanno sapere dal coordinamento aretino del partito fondato da Giorgia Meloni.
All’attacco il giovane Andrea Pistolesi, esponente di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Arezzo: “Mi chiedo dove l’assessorato alla cultura abbia trovato il coraggio di inserire accanto a calchi delle mummie di Pompei, così preziosi per testimoniare la storia di una civiltà che ha dato gli albori alla nostra nazione, queste bizzarre opere di discutibile gusto, che mettono in scena la peggiore crudeltà verso gli animali e difficilmente possono rappresentare l’arte o – come si vorrebbe far credere – una riflessione artistica sulla morte.”
E continua Pistolesi: “Icastica è costata quasi 210.000 euro e che cosa ha portato come valore aggiunto per la città? Mi chiedo quali siano i criteri di valutazione per aver accettato l’esposizione di questa e di altre opere. Sono sicuro l’assessore Macrì avrebbe fatto una figura migliore rifiutando il ‘prestito dell’opera’ da parte della Fondazione Prada. A meno che non si tratti della precisa volontà di creare polemica e scandalo ma con polemica e scandalo non si fa mai il bene di una città! In ogni caso ancora una volta l’amministrazione aretina ha toppato ed ancora una volta vengono spesi soldi pubblici in maniera inutile ed errata mentre la città sprofonda, come le casse del Comune, nella grigia nube della crisi.”.
Fa eco il portavoce provinciale Buracchi: “Dopo una mostra che anno scorso ha raggiunto costi elevatissimi, gestita in maniera fallimentare e per di più neanche pubblicizzata a dovere, si perde l’ennesima occasione per partire da Arezzo e dal nostro territorio per elaborare un percorso che abbia come tema l’arte. Ancora una volta si preferisce lo scandaloso, il futile, il provocatorio come se Arezzo non potesse vantare in sè bellezze artistiche ed architettoniche degne di investimento e sicuramente di maggior pregio e retaggio storico-culturale, se non altro per ciò che rappresentano agli occhi del mondo intero! Forse è l’ora di finirla: investiamo sulla nostra città, sulla nostra cultura anziché andare a pescare la bizzarria altrove e soprattutto pensiamoci in fretta che a spendere soldi pubblici e poi chiedere ai cittadini la TASI all’aliquota massima, la corda prima o poi si spezzerà.”.