Home Nazionale Il ‘Bansky’ italiano in sedia a rotelle, nei graffiti la forza per rinascere

Il ‘Bansky’ italiano in sedia a rotelle, nei graffiti la forza per rinascere

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Roma, 12 dic. (AdnKronos Salute) – E’ un writer apprezzato e quotato, i suoi murales sono esplosioni di forme e colore, ha esposto in gallerie d’arte e cambiato il paesaggio urbano di diverse città. ‘Kasy23’, il ‘Bansky’ italiano, fa tutto lavorando sulla sedia a rotelle. ‘Kasy23’ è il nome d’arte del trentacinquenne Andrea Casillo che nei disegni e nelle bombolette ha trovato la forza per uscire dall’incubo di una malattia che da un giorno all’altro, nel 2005, gli ha tolto la possibilità di camminare.
“Nei 4 mesi passati in ospedale dopo un’infezione del midollo osseo – racconta ‘Kasy23′ all’Adnkronos Salute – non mi sono chiuso in me se stesso, ho subito reagito e ho deciso di cambiare vita. Ho venduto l’attività che avevo prima e ho ripreso in mano i pennelli, la mia passione. Poi sono venuti i graffiti”.
Una faccia da bravo ragazzo, tanti tatuaggi e la passione per lo sport, prima il basket – il 23 del suo nome d’arte è il numero di maglia del grande Michael Jordan – ora il tennis. Il writer lancia una appello al presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Il primo ostacolo che incontrano le persone che si trovano a dover convivere con una disabilità fisica – afferma – è la pensione di invalidità, oggi troppo bassa. E’ su quello che Renzi dovrebbe fare di più, magari con degli incentivi. Spesso anche con l’accompagno molte famiglie non riescono ad arrivare a fine mese”.
Andrea oggi vive del suo lavoro di writer, ha pubblicato un libro sulla sua storia artistica, ‘Kasy, mj e i graffiti’, ha un sito web e un profilo Facebook molto seguiti.
“Il mio sogno – racconta – è continuare a fare quello che faccio, con mostre e lavori sempre più importanti. Farmi conoscere per il valore del mio lavoro artistico. Quando sei colpito all’improvviso da una disabilità, deve trovare dentro te stesso le motivazioni. E non tutti hanno grosse possibilità economiche come Alex Zanardi. Si deve essere positivi – continua – io son andato a letto la sera con un mal di schiena e dal giorno dopo non mi sono più alzato dal letto. Ma non mi sono mai arreso e ho creduto in quello che facevo”.