Home Attualità Il giuslavorista, Jobs Act positivo perché cambia volto disciplina

Il giuslavorista, Jobs Act positivo perché cambia volto disciplina

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Roma, 29 dic. (Labitalia) – “Il giudizio sulla manovra, a livello generale, è positivo poiché cambia il volto della disciplina del rapporto di lavoro in Italia rendendola più flessibile e vicina a quelle europee, anche se ci vorranno anni o decenni affinché si estenda alla maggioranza della popolazione italiana lavorativa”. A dirlo il giuslavorista Fabrizio Daverio, socio fondatore dello studio legale Daverio & Florio, specializzato in diritto del lavoro e della previdenza sociale.
“Il Jobs Act porta avanti la riforma Fornero -fa notare- rendendola però più netta e più chiara dato che i confini fra reintegrazione e indennità erano molto più ambigui. La reintegrazione adesso è un’eccezione assoluta, che si può applicare, a parte i licenziamenti discriminatori, solo nel caso di licenziamento soggettivo, quando i fatti materiali non sono veri”.
“La nuova disciplina si applica -spiega Daverio- a tutti i nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato ed è sufficiente che siano nuovi, cioè stipulati dopo l’entrata in vigore del decreto. Non conta più il requisito dei 16 dipendenti o oltre. La differenza è che per le aziende piccole gli indennizzi sono dimezzati e la reintegrazione non si applica neppure nel caso dei fatti materiali non veri”.
“Si tratta, quindi, di una piccola rivoluzione -sostiene- che porta certezza nella materia, ma bisogna sottolineare che ciò vale solo per i nuovi contratti. Non cambia nulla per quelli già in essere per i quali rimane in vigore la legge Fornero del 2012. La popolazione lavorativa italiana, dal momento in cui entrerà in vigore il decreto, si dividerà quindi in due, con i ‘nuovi assunti’ a cui si applicherà la nuova disciplina e i ‘vecchi’ che manterranno la precedente”. “Una spaccatura evidente -osserva Fabrizio Daverio- anche a livello processuale poiché, per lo stesso caso, ai vecchi assunti si applicherà la legge Fornero, mentre per i nuovi si applicherà il giudizio ordinario del lavoro”.
“E’ evidente che la manovra, congiuntamente alla politica di forte agevolazione e incentivazione alle assunzioni, punta a favorire le nuove assunzioni -precisa- assicurando agli imprenditori la possibilità di poter ridurre il personale nuovo a costi certi e prevedibili, e soprattutto senza rischiare la reintegrazione”.
“Alcune aspettative sono però -rimarca- andate deluse. Per esempio, è mancata un’espressa menzione dello ‘scarso rendimento’ come causa di licenziamento. Un punto che interessa molto alle aziende ma si ritiene che il nuovo quadro normativo favorisca comunque iniziative anche a tale riguardo”. “I piccoli imprenditori vengono incoraggiati -precisa- a varcare la soglia dei 15 dipendenti prevedendo che la nuova disciplina si applichi, solo per essi, e solo se varcano tale soglia, anche se assunti precedentemente a tale data”.