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Il Valdarno sede di grandi eccellenze: 10 anni vissuti in pieno sviluppo

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Il Valdarno sede di grandi eccellenze: 10 anni vissuti in pieno sviluppo

SAN GIOVANNI VALDARNO – “Ci sono piccole cose che nella percezione generale creano maggiori danni rispetto alle eccellenze che abbiamo e che troppo spesso dimentichiamo”. Un concetto espresso dal Sindaco di Bucine Sauro Testi, per molti anni Presidente della Conferenza dei Sindaci del Valdarno, che con invidiabile sintesi riassume la conclusione di un lavoro attento di ricognizione svoltosi fra amministratori locali e azienda sanitaria sullo stato della sanità in Valdarno.
Un incontro programmato da tempo, ma dal quale si attendevano chiarimenti importanti sulla questione relativa al trasferimento dell’anatomia patologica,
con la conseguente preoccupazione che l’ospedale della Gruccia venisse svuotato o depotenziato: un refrain ciclico che per qualche giorno accende il consueto ritornello “stanno chiudendo l’ospedale, il nostro ospedale”.

ANATOMIA PATOLOGICA: NESSUN CAMBIAMENTO PER I CITTADINI
Il Presidente della Conferenza dei sindaci, Maurizio Viligiardi, ha insistito per avere contezza di ciò che accade per l’anatomia patologica senza tralasciare le problematiche relative alle liste d’attesa e la questione dei primariati scoperti.
Per i cittadini, è stato spiegato, non solo non cambierà nulla, ma ci saranno importanti miglioramenti che non riguarderanno solo il Valdarno, ma l’intera azienda. Il progetto non prevede la chiusura dell’anatomia patologica dell’ospedale di Santa Maria alla Gruccia, ma una riorganizzazione delle funzioni che destina nel Valdarno il centro per gli screening oncologici di tutta la provincia e i controlli di routine di anatomia patologica destinati all’ospedale San Donato. Peraltro, in Valdarno rimarranno (esattamente come adesso) i professionisti necessari per la diagnostica intraoperatoria: durante le sedute si potranno esaminare i tessuti per dare ai chirurghi tutte le risposte di cui necessitano. Nella seconda metà del 2014 partirà un progetto di tele patologia per trasmettere gli esami a distanza ed ottenere così una “second opinion” sia a livello aziendale che con altri centri collegati in Italia e fuori: una grande ulteriore garanzia. Dal Valdarno saranno trasferiti ad Arezzo quelle parti di laboratorio che servono non per le urgenze, ma per l’attività programmata. Esattamente come avviene oggi per gli esami di sangue e urina. Ma questo consentirà di realizzare (per dimensione e risorse umane) ad Arezzo un centro che presto farà avviare anche l’attività di caratterizzazione molecolare, fondamentale per valutare i giusti farmaci nei tessuti colpiti da tumore: un’attività che in Italia hanno solo una ventina di centri (in Toscana presente in pochi Centri di eccellenza) e garantirà ai pazienti della Asl, che si trovino in Valdarno o altrove è la stessa cosa, di avere un servizio di altissima specializzazione e qualità.

10 ANNI DI GRANDE CRESCITA
L’Ospedale della Gruccia raccoglie nella rete degli ospedali provinciali, subito dopo il San Donato di Arezzo che ha funzione centrale, eccellenze in moltissimi ambiti.
Qui, rispetto alla data di apertura, sono stati attivati il centro oncologico, il centro di radioterapia, il nuovo pronto soccorso, il centro per il pavimento pelvico e quello per la proctologia e la senologia (questi in cogestione con Arezzo), il primo hospice provinciale, per un investimento complessivo che supera ampiamente i 10 milioni di euro
Fra i risultati che in questi anni sono stati raggiunti o sono in fase i realizzazione in Valdarno, è stato rimarcato il ruolo del territorio. Dalle Case della Salute alle cure intermedie e domiciliari, dall’odontoiatria, alle cure primarie, dall’assistenza continuativa sulle 24 ore, alla nuova organizzazione del 118: tutti aspetti sui quali si registra, in molti casi uno stretto rapporto con il tessuto associativo del territorio e, in generale, un grande riscontro di soddisfazione da parte della popolazione.
E ancora: il CRT, che era ormai da libri in tribunale, è stato risanato ed ora è centro di riferimento di area vasta, riconosciuto come struttura di eccellenza regionale, e al quale sono stati aumentati posti letto “tolti” ad Arezzo.
Sono in corso nuovi importanti investimenti: è stata avviata la gara per l’acquisto di una nuova risonanza magnetica, banditi i concorsi per i primari di Medicina interna e Medicina d’urgenza, reperiti due medici per il pronto soccorso che era sotto organico, qui sarà trasferita la gestione complessiva degli screening oncologici a livello provinciale, prossima l’apertura del Modica (struttura per le cure intermedie con posti letto destinati a gestire i pazienti in uscita dai ricoveri e non ancora “pronti” per il domicilio).
Nel corso dell’incontro, il direttore della Asl8 Enrico Desideri ha illustrato una serie di ulteriori novità di grande livello, non ancora divulgabili perché in via di definizione e “appetibili” anche da strutture concorrenti sia pubbliche che private, e che rappresenteranno elementi di eccellenza che faranno del Valdarno punto di riferimento in specialistiche chirurgiche, della telemedicina; con le Università di Firenze e Siena si lavora ad un progetto per un centro regionale finalizzato alla preparazione di medici e di altre figure professionali, da collocare in Valdarno.
L’occasione è stata proficua anche per fare il punto sulle questioni ancora da risolvere. Prima di tutte le liste di attesa che rimangono un punto dolente.
Desideri ha annunciato un progetto regionale con nuove risorse per l’abbattimento delle liste di attesa: ma bisogna lavorare – è stato sottolineato – sull’appropriatezza delle richieste, sulla qualità delle prescrizioni: sia per evitare esami inutili e a volte dannosi, sia per un impiego più coerente delle risorse.