Home Nazionale Immigrati: Save the children, giunti più di 24mila minori in un anno

Immigrati: Save the children, giunti più di 24mila minori in un anno

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Roma, 2 ott. (Adnkronos) – Sono più di 24 mila i bambini e gli adolescenti giunti via mare in Italia dall’8 ottobre 2013, un numero cinque volte maggiore rispetto a quello registrato nel 2011 (4.599), anno segnato dal grande esodo per le primavere arabe. Di questi, circa 12.300 sono arrivati senza genitori e adulti di riferimento. Sono minori con un’età compresa tra i 15 e i 17 anni, ma anche di 12 e 13 anni, che giungono principalmente da Eritrea, Egitto e Somalia. Sono questi i dati raccolti da Save the Children sugli sbarchi di migranti sulle coste italiane, per fare il punto sulla situazione dei minori ad un anno di distanza dalla strage di Lampedusa, in cui 368 persone persero la vita.
L’operazione “Mare Nostrum”, prosegue l’associazione, è “senz’altro da annoverare tra i dati positivi di questo ultimo anno, ed ha contribuito in modo significativo a salvare migliaia di vite a rischio, anche se non è riuscita ad evitare del tutto il ripetersi di tragedie nel Mediteranno, dove hanno perso la vita anche donne e bambini. Le condizioni di accoglienza sulla terraferma non hanno tuttavia registrato un miglioramento. Alla chiusura del Cpsa di Lampedusa, con le condizioni inaccettabili in cui vivevano i profughi, ha corrisposto l’apertura di ‘tante piccole Lampedusa’ sull’isola siciliana che ripropongono i problemi di mancanza condizioni minime di qualità dell’accoglienza già sperimentate drammaticamente nell’Isola”.
In particolare, continua Save the Children, la “nuova Lampedusa” per i minori soli non accompagnati “oggi si chiama, ad esempio, ‘ex scuola verde’ di Augusta: più di cento ragazzi sono fermi in alcuni casi da 3 o 4 mesi, in una struttura dichiarata in precedenza inagibile, abbandonati a se stessi durante le ore notturne, quando può accadere di tutto. Una situazione gravissima e inaccettabile che necessita un intervento immediato da parte delle istituzioni. Le autorità locali si trovano ripetutamente a dover individuare da sole e in emergenza strutture spesso improvvisate, come questa o come il ‘pala Spedini’ a Catania, o il ‘pala Nebiolo’ a Messina, ma anche parrocchie o bed&breakfast, nella totale assenza di un sistema integrato di accoglienza e protezione”. (segue)