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E’ iniziato il conto alla rovescia per Margaret Mazzantini al Giardino delle IDEE

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E’ iniziato il conto alla rovescia per Margaret Mazzantini al Giardino delle IDEE

Le sue storie sono meravigliose.

La sua scrittura rapisce completamente.

Lo stile, innanzitutto: l’uso delle parole, le tonalità, la scelta degli aggettivi, il modo asciutto eppure musicale in cui fraseggia.

Il contenuto, ovviamente, e l’umanità dei suoi personaggi.

Le storie più strazianti e i sentimenti più assoluti arrivano nel silenzio, esplodono dentro senza lasciare traccia, convivono con gli spigoli e le imperfezioni di chiunque.

Nel leggerla insomma si prova gratitudine, profonda.

Splendore è il suo ultimo lavoro.

L’autrice è Margaret Mazzantini.

Esordisce in letteratura nel 1994 con Il catino di zinco.

Del 1999 è l’esilarante e visionaria piéce Manola

Nel 2001 pubblica Non ti muovere con cui vince tra gli altri il premio Strega, il premio Grinzane Cavour e il premio internazionale Zepter. 

Il libro viene tradotto in 35 lingue.

Nel 2008 esce Venuto al mondo con il quale vince il premio Super Campiello.

Nel 2011 esce Nessuno si salva da solo che domina le classifiche per mesi.

E’ del novembre dello stesso anno anche l’intenso Mare al mattino.

 

MARGARET MAZZANTINI sarà ospite del Giardino delle IDEE sabato 24 maggio 2014 alle ore 21.00 nella magica cornice della Sala Vasariana di Piazza Grande in Arezzo con ingresso da piazza del Praticino, 8 (INFO: 0575 299352), libero e gratuito.

Ad introdurre l’incontro come sempre Barbara Bianconi con le domande e sollecitazioni di Luca Caneschi.

 

Splendore.

Semplicemente trecento pagine su un amore assoluto e disperato.

Nel libro ci sono tutta la tensione e lo struggimento di un grande amore che percorre una vita, la vertigine dell’amore estremo e clandestino.

I due protagonisti si allontanano, crescono geograficamente distanti, stabiliscono nuovi legami, ma il bisogno dell’altro resiste in quel primitivo abbandono che li riporta a se stessi.

Nel luogo dove hanno imparato l’amore.

Splendore è stato pensato all’inizio dall’autrice come storia di un’estate.

Un’estate di bellezza. 

Splendore quindi che è sinonimo di quella giovinezza in cui ti senti onnipotente, ma anche lo splendore di vedere negli occhi di chi ami la più bella immagine di te stesso.

Poi è diventato una sorta di romanzo di formazione che segue i protagonisti dall’infanzia all’età adulta, un caleidoscopio di luoghi, eventi e personaggi.

Per la quarta volta Margaret ha scelto di raccontare una storia da un punto di vista maschile.

Era già successo in Non ti muovere, Zorro e Nessuno si salva da solo.

Ed è sorprendente la naturalezza con cui riesce a rendere credibile pensieri e carattere di un uomo.

Coraggioso, rischioso.

Del resto le viene facilissimo forse proprio perché la scrittura è sempre rischio, esperimento, sfida.

Un gioco, un’avventura, che lei accoglie lasciandosi abitare dalle storie, tantissime.

L’ispirazione la coglie di sorpresa in ogni momento, proviene dal mondo, arriva inaspettata.

Non le interessa particolarmente il mondo letterario, né la critica letteraria.

Le interessano le persone.

In fondo è proprio il mondo intorno, a raccontare.

Il suo processo creativo è sempre in bilico tra naturalezza e genio.

Ricorda spessa che quando inizia a scrivere nemmeno lei sa dove arriverà ed è molto curiosa, desiderosa di scoprirlo. 

La scrittura è follia, incanto, gioco.

Non pensa mai al significato di un libro prima di scriverlo, nessun tema.

Storie contaminate dalla contemporaneità, dal mondo in cui viviamo.

Per Margaret Mazzantini la scrittura è sacra. 

Per questo per scrivere deve andare altrove.

Trovare un posto ogni volta diverso.

Un posto dove non c’è niente.

Per scrivere Venuto al mondo si era chiusa nella stanza spartana di un residence.

All’inizio era vuoto, alla fine era stato interamente abitato da quella storia incredibile e sofferta.

Una parete con foto, ritagli di giornale, notizie sulla guerra in Bosnia, appunti, post-it.

Un campo di battaglia, come quella guerra di cui aveva appena raccontato. 

Per Splendore invece si è rifugiata in una stanza a Orvieto.

Si è allontanata, ha creato il silenzio e la sacralità necessarie alla sua opera.

Margaret Mazzantini è limpida, freme per qualcosa.

La scrittura, forse

O semplicemente la vita.