Home Nazionale Iraq: come l’Is è nato e cresciuto in una prigione Usa e l’incontro con i baathisti

Iraq: come l’Is è nato e cresciuto in una prigione Usa e l’incontro con i baathisti

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Washington, 4 nov. (AdnKronos/Aki) – La culla dello ‘Stato islamico’ (Is) dell’autoproclamato “califfo” Abu Bakr al-Baghdadi? Camp Bucca, ex campo di detenzione nel sud dell’Iraq vicino al confine con il Kuwait, gestito dal 2003 dalle forze americane e chiuso dai militari statunitensi nel 2009. In questa prigione – secondo il Soufan Group, che fornisce servizi di intelligence a governi e organizzazioni – sono stati rinchiusi nove esponenti dell’Is, primo tra tutti Al-Baghdadi, che vi avrebbe trascorso cinque anni della sua vita. Da Camp Bucca è passato tra gli altri anche il numero due dell’organizzazione, Abu Muslim al-Turkmani. E qui c’è stato l’incontro con i baathisti, gli uomini di Saddam Hussein.
Camp Bucca, scrive oggi Terrence McCoy per il Washington Post, rappresenta il “capitolo iniziale della storia dell’Is”. “Prima dell’arresto al-Baghdadi e altri erano estremisti violenti, dediti ad attaccare l’America – hanno scritto sul New York Times il veterano Andrew Thompson e l’accademico Jeremi Suri – Il periodo trascorso in prigione ha rafforzato il loro essere estremisti”. “Le prigioni sono diventate università virtuali del terrore: gli estremisti erano i professori, gli altri detenuti erano gli studenti e le autorità carcerarie hanno avuto il ruolo di guardie assenti”.
Saad Abbas Mahmoud, nel 2009 capo della polizia irachena nella zona di Garma, dove si trova Camp Bucca, aveva messo tutti in guardia cinque anni fa. “Questi uomini non piantavano fiori nei giardini – aveva detto al Washington Post – Il governo iracheno e le autorità non capiscono quanto sia diventato grande il problema”.
Camp Bucca – secondo ex comandanti del carcere, analisti e militari – ha favorito l’estremizzazione dei detenuti e la collaborazione tra i prigionieri, si legge sul Washington Post.
Su Twitter lo scorso luglio James Skylar Gerrond, ex comandante di Camp Bucca, ha scritto: “Molti di noi a Camp Bucca eravamo preoccupati per il fatto che invece di trattenere detenuti avessimo creato una pentola a pressione per l’estremismo”. Un rapporto militare citato dal Washington Post sottolinea come all’interno del carcere i detenuti fossero soliti regolare le dispute sulla base della sharia.
A Camp Bucca i baathisti, gli uomini di Saddam Hussein, sono stati al fianco dei fondamentalisti islamici ed è nata la “collaborazione”. I due gruppi, secondo il Soufan, si sono uniti per colmare le rispettive lacune: i jihadisti hanno trovato abilità e disciplina militare, gli ex baathisti hanno trovato un obiettivo. Nel 2009, momento della chiusura dell’ex campo di detenzione, il Washington Post aveva sottolineato come gli abitanti del carcere liberati parlassero solo di due cose, della loro conversione all’estremismo e di vendetta.