Home Nazionale Iraq, i miliziani jihadisti verso Baghdad. La capitale “una città fantasma”

Iraq, i miliziani jihadisti verso Baghdad. La capitale “una città fantasma”

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Baghdad – E’ stata rinviata per assenza di quorum la sessione del Parlamento di Baghdad convocata per discutere la proposta del presidente Jalal Talabani e del primo ministro Nuri al Maliki di imporre lo stato di emergenza per contrastare l’avanzata dell’Isis, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante, che due giorni fa ha conquistato Mosul, capoluogo della provincia settentrionale di Ninivieh e seconda città dell’Iraq, e che ora avanza verso la capitale. Lo rende noto la Bbc, precisando che in aula erano presenti solo 128 dei 325 deputati iracheni.
Alcuni blogger locali parlano di Baghdad come “una città fantasma’’ dove “tutti sono terrorizzati e stanno progettando di andarsene o di mettere in atto un proprio piano di sicurezza garantendosi cibo e carburante’’. Proprio oggi uno dei leader dell’Isis, il suo portavoce Abu Mohammed al-Adnani, aveva trasmesso un appello ai jihadisti (ora controllano la maggior parte pozzi petroliferi nell’ovest) ad avanzare verso la capitale. Accerchiata poi dai miliziani dell’Isis Samarra anche se l’esercito iracheno è riuscito a fronteggiare i ribelli che cercavano di entrare in città. Nella provincia di Salahudin, comunque l’Isis controlla dieci città. L’esercito iracheno, secondo un comunicato del ministero della Difesa, ha anche ripreso il controllo di Tikrit, città natale di Saddam Hussein a 150 chilometri a nord di Baghdad, dove i jihadisti vi erano entrati ieri.
I guerriglieri curdi peshmerga, invece, hanno rivendicato il pieno controllo di Kirkuk, dove ieri si era registrata la ritirata dell’esercito di Baghdad e l’avanzata dei jihadisti. “L’intera Kirkuk è nelle mani dei peshmerga – ha detto un portavoce delle forze curde Jabbar Yawar – A Kirkuk non c’è presenza dell’esercito iracheno”. Intervenuti per coprire il vuoto lasciato dalle Forze armate di Baghdad, come spiegano gli stessi curdi, i peshmerga stanno combattendo gli uomini dell’Isis anche nella provincia di Niniveh. Qui, in particolare, fonti curde citate dall’agenzia di stampa Anadolu riferiscono che una ventina di miliziani provenienti dalla Siria sono stati uccisi in scontri con i peshmerga a Sinjar, a ovest di Mosul. Proprio a 35 chilometri a sud ovest di Kirkuk, il ministro degli Affari dei peshmerga del governo regionale del Kurdistan iracheno, Jaafar Sheikh Mustafa, è scampato ad un attentato. Due ordigni collocati sul ciglio della strada sono esplosi al passaggio del convoglio del ministro.
Intanto, i qaedisti dell’Isis hanno rilasciato i 31 camionisti turchi che avevano preso in ostaggio martedì dopo aver conquistato Mosul. Restano invece in ostaggio dei jihadisti i 49 funzionari del consolato di Ankara a Mosul, tra cui il console Ozturk Yilmaz e i figli dei dipendenti. Un atto grave condannato dal governo italiano: la Farnesina ha espresso tutta la sua solidarietà alle autorità turche cui assicura la massima disponibilità a collaborare.
In questo scenario gli Stati Uniti “si tengono pronti” ad aiutare l’Iraq mentre si trova ad affrontare l’offensiva jihadista. La portavoce del Dipartimento di Stato americano Jen Psaki ha precisato ieri che Washington si impegna a “lavorare con il governo iracheno e le autorità in Iraq per sostenere un approccio unificato contro l’aggressione” dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante.