Roma, 4 dic.(AdnKronos) – Non c’è pace per l’Isfol e per i suoi 252 ricercatori precari. Dopo le proteste e l’occupazione dell’Istituto nei giorni scorsi, i lavoratori hanno ottenuto, nell’incontro al ministero del Lavoro, una proroga dei contratti per 6 anni ma con la revisione dei contenuti contrattuali in caso di trasformazione o soppressione dell’Ente.
La soluzione non soddisfa l’Usb che, in una nota, “pur esprimendo soddisfazione per il risultato raggiunto rigetta tale proposta sia nelle modalità che nei contenuti”. “In sostanza – commenta Cristiano Fiorentini, dell’esecutivo nazionale Usb pubblico impiego – già dal 1 gennaio, appena firmato il rinnovo del contratto ogni lavoratore Isfol potrà vedersi trasformare il proprio lavoro, dalla sede alle mansioni, dai livelli salariali fino all’ente presso cui lavorare”.
“I precari – prosegue Fiorentini – sono diventati ostaggio del Governo per incassare il risultato politico di soppressione dell’Isfol. Al contrario dei sindacali confederali, come Usb non possiamo certo essere complici della fine dell’Ente e della distruzione della Ricerca Pubblica. La clausola inserita prevede implicitamente la dismissione dell’Ente. Non possiamo dunque firmare, perché il destino dei precari è indissolubilmente legato al destino dell’Isfol”, conclude.